I dati confermano che già nel 2022 alcuni settori superano i ricavi pre-pandemia del 2019. Concerti e musica live sempre più trainanti. Appuntamento alla fiera di Rimini di Italian Exhibition Group dal 2 al 4 aprile.
News dal mondo MIR – L’industria dell’intrattenimento e dello spettacolo torna a vedere la luce. Lo confermano i dati raccolti in vista della sesta edizione di MIR, l’unica fiera in Italia dedicata alle tecnologie audio, video, controllo e illuminazione per concerti, spettacoli, education, retail, musei ed hospitality, che consente di testare dal vivo le novità delle aziende leader di settore. Organizzata da Italian Exhibition Group (IEG), la manifestazione si terrà presso la Fiera di Rimini dal 2 al 4 aprile prossimi.
MIR si cala sulla coda di anni difficili, non solo dal punto di vista epidemiologico, ma anche da quello imprenditoriale legato al settore dell’intrattenimento. Questo comparto è stato tra i più penalizzati dalle restrizioni dovute al Covid, anche se sta cercando di tornare ai suoi tradizionali volumi economici. Un traguardo non ancora del tutto raggiunto, ma i dati più recenti confermano la ripresa. Secondo i rilevamenti della SIAE, da gennaio a settembre 2022 il numero complessivo degli “spettacoli” è stato pari a 24.119, con circa 13 milioni di “ingressi”, mentre la spesa al botteghino ha totalizzato la cifra di quasi 451 milioni di euro, con un prezzo medio del biglietto di 35 euro. Merito anche di un calendario piuttosto ricco e del recupero di numerosi show procrastinati a causa delle restrizioni.
Un’indicazione interessante soprattutto considerando che c’è stato un aumento anche rispetto al 2019, quando gli ingressi erano stati 12,3 milioni per una spesa pari a 369 milioni di euro, con un prezzo medio di biglietto di 30 euro. Quindi nel 2022, rispetto al 2019, a fronte di una diminuzione del 19% del numero di spettacoli, si registra un aumento degli spettatori del 6% e della spesa al botteghino del 22%.
La prospettiva di una ripresa coinvolge anche il comparto delle discoteche e dei locali da ballo, pesantemente colpito dalle restrizioni imposte dalla pandemia, che è tornato alla normale operatività solo da metà 2022, con la fine delle limitazioni alle attività e dello stato di emergenza. Secondo Fipe-Silb il giro d’affari del comparto è comunque di oltre 720 milioni di euro, ma il fatturato complessivo compreso l’indotto (industria della musica, suono e luci, alimentare ecc.) arriva ai 2 miliardi (nel 2019).
Gli occupati diretti sono stimati in circa 50mila, con una media di circa 18 addetti per discoteca, 11 dei quali impiegati con rapporto di lavoro dipendente. In ogni caso è elevata e pari al 63,8% l’incidenza dei contratti stagionali.
La voglia di tornare a divertirsi, di andare ai concerti, di sedersi in poltrona nei teatri e di scendere in pista a ballare era altamente prevedibile e la tendenza è confermata anche da elaborazioni dell’Ufficio Studi di Banca Ifis. Secondo l’analisi dell’istituto, l’economia dello spettacolo e dell’intrattenimento nel 2022 ha generato un volume di oltre 54 miliardi di euro (1,5% del Pil nazionale), superando i ricavi complessivi pre-pandemia (2019) con un lusinghiero + 2%.
Tuttavia, puntualizza la ricerca di Banca Ifis, nonostante la ripresa dei live show e la crescita delle attività core, nel 2022 le attività funzionali alla creazione e alla diffusione di performance artistiche e spettacolo sono ancora di poco inferiori (-2%) ai livelli 2019. Un gap che prevedibilmente si riassorbirà quest’anno.
Per il 2023 si stima che la crescita si rafforzerà (+3%), fino a raggiungere quasi 56 mld€ di ricavi. I settori con il maggiore sviluppo saranno quelli più strettamente legati all’ideazione di contenuti (+6%, pari a +778 mln€ di ricavi) e ai media (+3%, pari a +852 mln€ di ricavi) dello spettacolo e dell’intrattenimento, in particolar modo televisione e cinema.