La gestione dell’energia utilizzata in azienda, sempre di più, assume un carattere determinante: da un lato, è funzionale al vantaggio competitivo e, dall’altro, fornisce una positiva immagine ‘green thinking’.
In numerosi casi, oggi è il Cliente che detta il prezzo. Poter agire sui costi, riducendoli, diventa una leva quasi obbligata.
Questo fattore viene evidenziato in Figura 1: una riduzione di
costo del prodotto/servizio fornito porta, automaticamente,
all’incremento del margine a pari prezzo imposto dal Cliente. Al
contrario, se il costo viene ‘subito’, per raggiungere un dato margine,
si rischia di praticare un prezzo fuori mercato, riducendo la
competitività.
Ci sono vari modi per abbattere i costi ma una delle vie più
semplici e meno onerose (spesso a spesa nulla), con pay back limitati al
semestre o al massimo all’anno è l’uso razionale della energia, come
vedremo nel seguito. Il risparmio ottenuto potrà essere convertito in
competitività oppure in incremento degli utili secondo le necessità
contingenti.
Non consideriamo in questo articolo gli interventi possibili che
riguardano l’introduzione e l’utilizzo di Fonti di Energia Rinnovabile
(FER) perché vogliamo focalizzarci sulla sola possibilità di utilizzare
meglio e più razionalmente l’energia riducendone i consumi ed evitando
costosi investimenti, con ritorni dell’ordine degli anni.
Uso razionale dell’energia, efficienza
Non sempre è chiara la differenza tra Risparmio ed Efficienza, in particolare quando si parla di energia. La Figura 2 riassume, in forma schematica, i concetti. In pratica l’imprenditore può agire attraverso il risparmio energetico a costo nullo (ad esempio, chiedendo ai suoi collaboratori comportamenti ‘più virtuosi’) oppure adottare misure, generalmente tecniche, per ottenere un’efficienza più alta negli usi laddove il consumo di energia è più elevato.
Le azioni da intraprendere
E
allora: quali sono le migliori pratiche (Best Practices) da applicare
per raggiungere tali obiettivi? Prima di tutto, usare molto buon senso
tenendo i piedi per terra; poi, metterci tanta buona volontà e, da
ultimo ma non meno importante, impossessarsi del know how per farlo,
facendosi guidare da esperti non di parte. La Figura 3 riassume
nell’essenzialità quali potrebbero essere i passi chiave per ottenere i
vantaggi voluti.
La tecnica è relativamente semplice: per dominare gli eventi è
necessario conoscerli. Per conoscerli bisogna valutarli e, per
valutarli, la via migliore è quella di misurarli.
Il monitoraggio dei consumi energetici, acquisendo nel contempo
maggior sensibilità su un utilizzo migliore dell’energia, porta a
gestire l’energia stessa in modo più soddisfacente, riducendo o
eliminando del tutto gli sprechi associati, spesso molto elevati.
Tenendo presente che gli interventi più grossolani portano mediamente a
riduzioni dei consumi energetici del 15-20%, se questi consumi sono
‘importanti’, rilevanti saranno anche le riduzioni dei costi che ne
derivano.
Aree di intervento
Nella
tabella seguente sono elencati i settori aziendali e i sistemi relativi
sui quali è possibile compiere analisi per identificare gli eventuali
sprechi e definire possibili interventi di efficientamento.
In effetti, si può facilmente intuire come i margini di manovra
siano molto ampi dato che, in pratica, tutta l’azienda viene coinvolta,
sia nei reparti propriamente produttivi che negli uffici. È chiaro che
in alcuni casi -nelle aziende a basso impatto energetico – la via da
adottare potrebbe consistere in una semplice modifica del Comportamento
dei collaboratori. In quelle, invece, dove il consumo energetico globale
riveste un peso economico importante, il controllo approfondito dei
consumi e l’individuazione delle azioni correttive da adottare,
specialmente nei Processi produttivi specifici dell’azienda saranno le
linee guida per conseguire risparmi significativi.
Da non scartare assolutamente l’idea di implementare un SGE (Sistema
di Gestione dell’Energia), certificato o meno, che permetta in modo
continuativo di migliorare le prestazioni nel tempo, riducendo tutti gli
sprechi fino al limite inferiore possibile. Tra le altre cose, un
sistema di questo tipo, allineato alla norma ISO 50001:2011 è, l’unico,
tra i sistemi di qualità esistenti che permetta veramente di ottenere
risultati economici concreti, misurabili e verificabili nel tempo.
Qualche esempio pratico
Per fornire un’idea sugli interventi adottare con i risparmi economici ottenibili, approfondiamo ora, per sommi capi, qualche settore e sistema. Gli esempi sono generici e non toccano il vero cuore dei consumi energetici, generalmente legato ai processi produttivi specifici dell’azienda. Si vuole mettere in evidenza il concetto che dove c’è utilizzo di energia, molto probabilmente, vi è uno spreco: normalmente esso è individuabile e facilmente eliminabile.
ICT applicato all’ufficio
Partiamo dall’unità di calcolo base, ovvero dal singolo Computer e dal suo monitor.
In questo caso, presupponendo che il Computer rimanga acceso ogni
giorno per 9 h, l’energia consumata in un anno sarà di circa 175 kWh.
Analogamente un monitor LCD consumerà circa 50 kWh/anno.
Immaginando di avere tra uffici e produzione una ventina di PC, il
consumo annuo totale si aggirerà sui 4500 kWh (9 h per 200 gg. anno).
Ipotizzando un costo di 0,14 Euro/kWh, avremo, in un anno, una spesa in
energia elettrica di 630 Euro solo per questi 20 PC.
Se gli operatori utilizzassero sistematicamente la funzione
‘Risparmio energetico’ si potrebbero ottenere risparmi anche del 35%
(fonte ARPAV) che nel nostro caso si traducono in una minore spesa di
circa 200 Euro. Certamente in questo caso si tratta di briciole, ma è
significativo vedere che abbiamo ottenuto comunque un risparmio con
investimento zero.
Naturalmente, in generale i consumi elettrici in un’azienda/ufficio
provengono da un’infinità di fonti e globalmente hanno un’incidenza ben
maggiore. La loro analisi e i correttivi (anche a costo zero come
comportamenti virtuosi del personale che, ad esempio, spenga le luci
dove e quando non servono) portano quindi a risparmi ben diversi.
ICT in Data Center
La
potenza impegnata in un Data Center medio è di circa 250 kW e la
percentuale di energia consumata è, in generale, così ripartita:
– 42% = Ventole di raffreddamento interne, memorie, dischi;
– 18% = Funzioni di calcolo;
– 40% = UPS e Raffreddamento del locale.
In questo caso ipotizzando un funzionamento di 12 ore per 365
giorni, avremo un consumo medio di circa 1 MWh con un costo di circa
140.000 euro che rappresenta un valore significativo. Non potendo agire
sulle Funzioni di calcolo e sui sistemi interni alle macchine si potrà,
in generale, intervenire sul posizionamento degli armadi stessi e sul
modo di sottrarre calore da essi. Ipotizzando un intervento per
migliorare il flusso d’aria di raffreddamento con una riduzione del 30%
sull’ultima voce, otterremo un beneficio globale del 12% con una
riduzione dei costi di circa 16.800 euro/anno a fronte di una spesa di
10.000 euro in spostamenti e modifiche della ventilazione con un payback
di circa 8 mesi.
Impianti tecnologici Illuminazione delle aree esterne
Spesso l’illuminazione delle aree esterne, comunque necessaria, non viene percepita come fonte di spreco. In questo caso si può generalmente operare sezionando aree diverse d’illuminazione, migliorando l’intervento degli interruttori crepuscolari, introducendo sensori PIR o di movimento, sostituendo le lampade esistenti con modelli a più alta efficienza. Ad esempio, tarando meglio i sensori crepuscolari e passando da un’illuminazione basata su lampade a vapori di mercurio a lampade a vapori di sodio SAP, a fronte di investimenti con ritorno di 8 mesi si possono ottenere cospicui risparmi annuali.
Involucro edilizio
In
un edificio la principale causa delle perdite di calore è ovviamente
l’involucro, con conseguenti elevate spese di riscaldamento invernale e
di raffrescamento-condizionamento durante il periodo estivo. In
particolare si stima che le perdite di calore siano così distribuite:
– 60% attraverso muri perimetrali, tetto, pavimento;
– 20% attraverso superfici vetrate;
– 20% per la ventilazione.
La via maestra richiederebbe interventi strutturali importanti:
l’isolamento del tetto, del pavimento raso terra e dei muri e
l’eventuale sostituzione o la modifica degli infissi e delle vetrate.
Questi interventi richiedono ovviamente investimenti elevati.
Volendo evitare questo approccio si possono mettere in atto
strategie alternative come, ad esempio: ventilatori a pala,
opportunamente posizionati per eliminare le stratificazioni d’aria;
recuperatori di calore per l’aria in uscita d’inverno e schermature
opportune delle finestre con tende mobili o alberature esterne laddove
possibile. In questo caso si potrebbe arrivare a risparmiare sui consumi
di riscaldamento/raffrescamento percentuali dell’ordine del 10% che,
per una ditta PMI, possono rappresentare una cifra comunque
interessante.
Conclusioni
Assunto che in azienda
gli sprechi energetici non mancano e che il loro contenimento potrebbe
portare a vantaggi economici non indifferenti, l’imprenditore o il top
management dovrebbero, innanzitutto, iniziare da un percorso di
INFORMAZIONE-FORMAZIONE, fondamentale per capire di cosa si sta parlando
e ‘cosa e se’ si potrebbe mettere in atto nella propria realtà.
Dopo questa prima fase di comprensione, i passi successivi sono
l’AUDIT energetico, associato o meno a MISURE sul campo e l’ANALISI dei
dati raccolti. Un processo quindi sempre più spinto verso il dettaglio,
con la segmentazione dei consumi, che porta ad individuare le possibili
aree di intervento e la fattibilità delle azioni correttive, attraverso
l’uso di algoritmi economico-finanziari dedicati, in grado di
individuare i costi di intervento e il tempo di ritorno degli
investimenti. Passo finale è l’IMPLEMENTAZIONE degli interventi scelti,
con la verifica puntuale e il riscontro dei risparmi conseguiti nel
breve-medio periodo.
Allorché si comprende che il risparmio di energia si traduce sempre
in reali e sostanziali benefici per l’organizzazione, anche l’adozione
di un Sistema strutturato di Gestione dell’Energia (SGE) diventa
allettante. Infatti, da questo sistema si potrà ottenere, non solo un
vantaggio economico tangibile ed immediato, ma una carta vincente nel
tempo in quanto l’uso dell’energia, i suoi consumi e l’efficienza
associata saranno sempre sotto controllo permettendone il miglior
sfruttamento.
Si ringrazia per il contributo Chiastra & Mazza – Formazione e Consulenza
www.chiastraemazza.it