La scelta del cavo coassiale, in presenza dei nuovi segnali LTE, diventa un’azione determinante per evitare interferenze. Italiana conduttori produce modelli in Classe A, A+ e A++: l’attenuazione di schermatura acquisisce un ruolo decisivo.
Ai disagi che l’accensione delle stazioni radio base LTE potrà
provocare agli impianti di ricezione dei segnali televisivi, bisogna
aggiungere un aspetto importante: la qualità dell’impianto, per un
funzionamento adeguato, tornerà ad avere quel ruolo un po’ trascurato
nel recente passato, frutto di una cultura che annunciava l’avvento del
digitale terrestre come la risoluzione di tutti i problemi di
ricezione.
Per anni si è parlato dell’importanza del cavo coassiale
e dei suoi connettori, del loro costo marginale rispetto al costo
totale dell’impianto e dell’importanza di scegliere cavi e connettori
di qualità per ottenere affidabilità nel tempo, anche in condizioni
critiche.
Molto probabilmente, del cavo e del connettore di qualità
(e di tutte le altre componenti dell’impianto) non se ne potrà più fare
a meno.
I parametri da valutare
Oltre ai consueti parametri come l’attenuazione e le perdite cumulative
di riflessione, l’attenuazione di schermatura diventa parimenti
rilevante, se non addirittura più importante.
Un cavo coassiale di
qualità si distingue per la capacità di attenuare poco il segnale,
questo è vero; ma con i segnali interferenti delle stazioni radio base
LTE lo schermo, inteso come l’unione della calza e del nastrino,
singolo o doppio, assume un ruolo decisivo per evitare alle
interferenze di raggiungere il conduttore interno del cavo coassiale e,
quindi, il segnale TV distribuito nell’impianto.
Come comportarsi
Probabilmente,
nell’immediato futuro potrebbe diffondersi l’utilizzo differenziato del
tipo di cavo coassiale, a seconda della tratta da cablare.
Oggi, in parte, avviene già ma in futuro potrebbe esserlo sempre di più.
Così, ad esempio, qualunque cablaggio da realizzare fra l’antenna di
ricezione e il centralino, da palo o da interno, conviene realizzarlo
con un cavo coassiale come il DG100 e DG113 con efficienza di
schermatura in classe A+ o, addirittura nel casi più difficili con l’RP
913B, in classe A++.
Questo perché è fondamentale assicurare all’impianto di ricezione la
massima protezione dai segnali LTE, presenti e futuri, non potendo
conoscere a priori a quale distanza e con quanta potenza trasmetterà la
stazione radio base prossima all’impianto.
All’interno del palazzo, nel sottotetto, la struttura offre già un
piccolo schermo: sempre che la stazione radio base non venga posizionata
sullo stesso tetto del palazzo o in prossimità dello stesso, si potrà
optare per un cavo come il DG 70 o il DG 80.
Discorso diverso, invece, merita l’abitazione e quindi il cavo di collegamento fra la presa di utente e il televisore/decoder.
Gli smartphone e i tablet LTE trasmettono nella stessa banda
ex-televisiva delle stazioni radio base; quindi, per questi cavi la
qualità deve essere elevata, meglio una classe A+ o, nei casi critici,
A++. Infine, ecco una serie di altri consigli tecnici per eseguire un
impianto a regola d’arte ed efficace contro le interferenze LTE:
– usare connettori con classe di schermatura A o superiore;
– evitare i connettori che non garantiscono un contatto elettrico a
bassa resistenza alle alte frequenze, come il tipo ad avvitare;
– eseguire la connessione a regola d’arte. Curare quindi che il
nastrino sia ben avvolto sul dielettrico ed entri nel tubetto del
connettore; mantenere i fili della treccia il più possibile integri;
– curare la messa a terra del cavo come specificato dalle norme.
Anche il cavo più schermato, se non presenta una via di fuga verso terra
a bassa resistenza per i segnali interferenti perde gran parte della
sua efficacia.