Una massima d’altri tempi? Forse no. Se vi occupate di Social Media lo saprete bene: devi offrire qualcosa per cui valga la pena ‘collegarsi’, leggerti, appassionarsi e… comprarti.
Non vi occupate di Social Media? Bene, vediamo come possiamo parlarne. Perché forse voi non siete sui Social, ma i Social magari sono già su di voi (sul vostro brand, sul vostro servizio o negozio) a commentare! È inutile negarlo. Quella dei Social Media è ormai una rivoluzione più che annunciata, dove la vera differenza sta nella capacità di viverla in tutte le sue potenzialità: come sempre nella storia, qualcuno precede, altri seguono.
L’evento di SMX
Se ne è diffusamente parlato a Milano, durante l’evento organizzato da Smx – Search & Social Marketing Media Expo, lo scorso novembre, che ha visto molti e accreditati protagonisti dibattere sul tema del marketing digitale. Una vera e propria piattaforma di idee, osservazioni, riflessioni e stimoli su una realtà sempre più articolata, non solo per gli aspetti tecnologici della rete ma anche per gli intrecci di relazioni, opportunità di successo, anche economico, niente affatto virtuali. Tanti contenuti, tanti messaggi di cui, nel nostro spazio dedicato alla formazione di marketing, ci piace trattarne alcuni, declinandoli – come siamo soliti fare – nel nostro campo, cercandone l’utilità. Abbiamo scelto di aprire la nostra riflessione con la citazione di Confucio, che di certo non è da annoverare nei 1,2 miliardi di utenti di Facebook attivi in un mese nel mondo, tanto meno tra i 26 milioni di quota italiana, che diventano 17 milioni se consideriamo quelli che visitano FB almeno una volta al giorno. Nemmeno tra i possessori di smartphone che, le stime dicono, entro il 2016 saranno la metà della popolazione mondiale. Eppure in questa massima, il saggio Confucio prefigura uno dei messaggi che con più forza si è levato dalle tavole rotonde: perché il cliente (mio, ancora potenziale, sempre fedele oppure traditore di un altro) dovrebbe investire energie e tempo nel leggermi e poi seguirmi? “Che valga la pena”: crediamo che sia in questa affermazione il senso della risposta. Analizziamola meglio.
Social… in che senso?
Partiamo innanzitutto dalla presentazione di questi strumenti, ‘media’ appunto. Facebook la fa da padrona, con la sua filosofia di grande libro che raccoglie volti e storie personali, costantemente aggiornate e commentate dai protagonisti e dagli amici. Poi c’è Youtube, che mette a disposizione un canale video, come una tv accessibile sul tablet, che ciascuno può alimentare con singoli video ma anche contributi regolari da renderlo un canale specifico e identificabile. Non possiamo non citare Twitter, che consente agli utenti registrati la possibilità di un constante aggiornamento (su temi, eventi, fatti) con messaggi di testo contenenti al massimo 140 caratteri. Una sorta di microblogging che giornalisti, opinion leader, politici usano sempre più per avere un immediato contatto con i loro followers (coloro, cioè, che hanno scelto di seguire quella persona e che quindi ne possono leggere i commenti). La cantante Katy Perry con 50 milioni di follower (per il momento, perché il movimento dei follower è davvero dinamico e instancabile) è la più seguita su scala mondiale; per dare un’idea il Presidente degli Stati Uniti ne ha 41.370.508, il profilo italiano del Papa ne ha 1.489.602. C’è poi Linkedin, una vera e propria bacheca professionale on line dove si può mettere a disposizione del pubblico il proprio curriculum, o fare un annuncio di ricerca di candidati; ancora, approfondire e dibattere di temi specifici, all’interno di gruppi di interesse identificati. Altre applicazioni collegate, come Instagram che permette agli utenti registrati di scattare foto, applicare filtri e pubblicarle su altri social media. E la carrellata potrebbe continuare.
Definire obiettivi coerenti
Tutti
rigorosamente fruibili non solo da un PC ma anche da uno smartphone.
Quindi, praticamente, sempre e ovunque. Tanti media, quindi. Tanti
strumenti che, in quanto tali, dovrebbero essere trattati. Cioè
all’interno di un sistema più ampio, di una strategia che abbia
obiettivi, risorse, tempi ben precisi. Ci torneremo in seguito, vista la
rilevanza di questo corretto ‘posizionamento’ degli strumenti.
Forse la prima domanda che dovremmo porci è proprio quanto
conosciamo e – quindi- quanto riusciamo a usare consapevolmente questi
strumenti.
Il primo vero tema, infatti, è quello spesso sottovalutato
dell’obiettivo con cui entriamo nel mondo dei Social Media. Perché una
cosa è avere una pagina personale (e gestirla, soprattutto) su Facebook e
un’altra avere quella aziendale.
Se non alimentiamo regolarmente il nostro profilo personale; se,
magari, con quella battuta che abbiamo messo on line siamo stati poco
divertenti, bè, certo è sicuramente antipatico; ma probabilmente sarà
molto più semplice recuperare in quel contesto (in fondo, quelli linkati
a noi sono ‘amici’, più o meno diretti) che salvare da una svista, da
un errore o semplicemente dalla pubblicazione di una notizia poco
interessante la pagina aziendale, rappresentativa, cioè, del nostro
marchio, della nostra attività.
La differenza risiede, innanzitutto, nel tempo, nelle energie e nelle risorse che le due situazioni possono richiedere. Un aspetto però le accomuna: l’importanza di aver ben chiaro l’obiettivo con cui, con lo strumento ‘media’, si vuole agire.
Perché si è su Facebook? Qual è l’obiettivo con cui vi siete
registrati? Come individuo, magari perché ‘ce l’hanno tutti’, ‘me l’ha
aperto mia figlia…lei è sempre sul suo iPhone!’ o forse perché ‘così
posso seguire la mia squadra di calcio!’. Certo, ognuno ha le proprie
motivazioni. Importante poi è agire secondo queste e quindi postare –
allegare-condividere secondo le motivazioni che abbiamo.
Social Media?… Social Business
Quando
si parla di azienda e di marchio, le motivazioni sono necessariamente
quelle di ‘strumento di business’. Come accade per le scelte, per
esempio, relative alla pubblicità o all’ampliamento del portafoglio
prodotto: è uno strumento che risponde alle esigenze (meglio,
opportunità) di gestione della nostra attività commerciale.
La prima domanda da porsi è: a cosa serve, nella gestione della mia attività, adoperare i Social Media? Cosa posso ottenere a vantaggio del mio business?
Chiarito l’obiettivo, ci sarà la scelta: quale media. Perché
non tutto è opportuno, coerente con il nostro marchio, con il nostro
posizionamento, con le nostre risorse a disposizione. Un piccolo
esercente, che opera in una zona ben limitata, magari in un quartiere
cittadino, non andrà mai in onda sulla tv generalista, magari in orari
di punta, con un costoso spot pubblicitario per comunicare il nuovo
orario di apertura: probabilmente, investirà più opportunamente
(economicamente) con un’inserzione su un giornale o un’emittente radio o
tv locale. In fondo, è una scelta che possiamo definire ‘di buon
senso’, prima ancora che economica: da quello che investo, cosa posso
ottenere, in relazione all’obiettivo che mi ero posto. Ecco, la scelta
dei Social Media non dovrebbe mai tradire lo stesso principio di ‘buon
senso’.
Anche se abbagliati dal basso costo di investimento iniziale,
storditi dalle voci per cui tutti dicono “fallo! Lo fanno tutti”,
dovremmo sempre pensare: rispetto a quello che voglio ottenere, quanto è
opportuno usare questo strumento e cosa devo investire perché questo
strumento agisca (e reagisca) con successo? Perché gestire con successo
una pagina di FB, un canale su Youtube, un account di Twitter richiedono
coerenza, competenza, consistenza.
Si ringrazia per il contributo
Alessandra Tacconelli
consulente marketing e comunicazione
atacconelli@hotmail.com
Social Media?… Social Business
Quando
si parla di azienda e di marchio, le motivazioni sono necessariamente
quelle di ‘strumento di business’. Come accade per le scelte, per
esempio, relative alla pubblicità o all’ampliamento del portafoglio
prodotto: è uno strumento che risponde alle esigenze (meglio,
opportunità) di gestione della nostra attività commerciale.
La prima domanda da porsi è: a cosa serve, nella gestione della mia
attività, adoperare i Social Media? Cosa posso ottenere a vantaggio del
mio business?
Chiarito l’obiettivo, ci sarà la scelta: quale media. Perché non
tutto è opportuno, coerente con il nostro marchio, con il nostro
posizionamento, con le nostre risorse a disposizione. Un piccolo
esercente, che opera in una zona ben limitata, magari in un quartiere
cittadino, non andrà mai in onda sulla tv generalista, magari in orari
di punta, con un costoso spot pubblicitario per comunicare il nuovo
orario di apertura: probabilmente, investirà più opportunamente
(economicamente) con un’inserzione su un giornale o un’emittente radio o
tv locale. In fondo, è una scelta che possiamo definire ‘di buon
senso’, prima ancora che economica: da quello che investo, cosa posso
ottenere, in relazione all’obiettivo che mi ero posto. Ecco, la scelta
dei Social Media non dovrebbe mai tradire lo stesso principio di ‘buon
senso’.
Anche se abbagliati dal basso costo di investimento iniziale,
storditi dalle voci per cui tutti dicono “fallo! Lo fanno tutti”,
dovremmo sempre pensare: rispetto a quello che voglio ottenere, quanto è
opportuno usare questo strumento e cosa devo investire perché questo
strumento agisca (e reagisca) con successo? Perché gestire con successo
una pagina di FB, un canale su Youtube, un account di Twitter richiedono
coerenza, competenza, consistenza.
Tra noi e i Social: qualche suggerimento spiccio
1.
I Social Media non sono casa tua. Sei un ospite. Ci sono regole che non
fissi tu. Conoscile per usarle al meglio. Magari come anticamera per
portare le persone davvero a casa tua, il tuo sito, la tua showroom.
2. I Social Media sono uno strumento: in quanto tale devono essere
considerati all’interno di una strategia di comunicazione e marketing.
Avviare una pagina Facebook, fare un video tanto per fare, è un
dispendio senza senso di risorse e tempo, la cui inutilità lascia
comunque una traccia in rete.
3. Chiarisci le risorse, gli obiettivi e i contenuti con cui vuoi
andare in rete. Stai pronto a misurarne l’efficacia e quindi a
modificare le azioni. Identifica, prima, cosa ti aspetti e poi struttura
un sistema di misurazione adeguato per quelle che sono le tue esigenze e
obiettivi.
Vuoi una pagina Facebook che attragga i tuoi clienti per mantenere
viva una base da coinvolgere anche per altre attività off line?
Preparati a essere editore di contenuti pertinenti, coinvolgenti, con
rilasci periodici. Pronto a gestire le lamentele e le critiche, non solo
i ‘mi piace’. Prova, sperimenta e monitora! Vuoi diventare un
produttore di video su Youtube come tutorial del buon utilizzo dei
sistemi che offri? L’utilità, come la sorpresa, la curiosità, il
divertimento sono filoni tematici di forte interesse per Youtube.
Saranno poi lo share, le visualizzazioni a dirti se i tuoi video hanno
saputo cogliere – e in che modo – l’attenzione del target.
… ci sono tanti altri social media: la regola resta la stessa. Sono
strumenti, devono essere funzionali al piano strategico che hai
disegnato, ne devi rispettare le peculiarità.