Un anfiteatro composto da 4 Big Pad Sharp e un software sviluppato ad hoc per gestire presentazioni immersive e interattive: un journey che unisce l’esperienza digitale alla possibilità di toccare con mano i prodotti esposti nello showroom.
Hager è una realtà specializzata nella produzione di sistemi per la distribuzione e la gestione dell’energia nei settori industriale, commerciale e residenziale. Supportata dall’agenzia creativa Studio Volpi e da Touch Revolution, Hager ha completamente rinnovato il proprio showroom per offrire ai visitatori una ‘experience’ che unisce l’interazione fisica – coi prodotti esposti nello spazio – all’immersione virtuale nel mondo delle soluzioni Hager.
I quattro Big Pad Sharp da 70” presenti nello showroom sono in configurazione multiboard, disposti a semicerchio, in grado di veicolare e valorizzare video e contenuti multimediali studiati ad hoc, per coinvolgere il cliente e renderlo attivo nel processo di scoperta dell’offerta dell’azienda. I Big Pad possono essere configurati come un unico schermo oppure gestiti individualmente.
Gli obiettivi di Hager: innovare, mantenendo concretezza
Hager aveva in mente con chiarezza gli obiettivi su cui costruire il processo di rinnovamento del proprio showroom; li racconta Umberto Scio, Servizio Clienti & Supporto Vendite:
1) interattività: «Volevamo che il customer journey del visitatore fosse più coinvolgente e interattivo di quello tradizionale, non volevamo che il cliente avesse solo un ruolo ‘di ascolto’. Per noi era un punto importante non solo per la voglia di stupire attraverso un’esperienza fuori dall’ordinario, ma anche perché un approccio interattivo è in linea con la visione che possiede Hager del rapporto azienda-cliente, anch’esso ‘interattivo’ e di scambio. Noi consideriamo il cliente un partner, qualcuno con cui collaborare; proporre un’esperienza di questo tipo significa trasmettere da subito chi siamo e il nostro modo di lavorare».
2) integrazione fisico-digitale: «L’idea era sfruttare le potenzialità del virtuale senza però trascurare l’elemento fisico, cioè la possibilità di toccare con mano i prodotti. Dovevamo quindi trovare un equilibrio per trasmettere l’anima tecnologica e d’avanguardia dell’azienda senza perdere di vista quegli elementi di concretezza necessari a creare un dialogo efficace coi nostri visitatori», Umberto Scio, che ricorda il target a cui Hager si rivolge: «Gli ospiti dello showroom sono soprattutto installatori, grossisti e distributori, ma vogliamo che il nuovo showroom sia frequentato anche da ingegneri, architetti, studi tecnici per far diventare lo spazio un catalizzatore di incontri e confronto rivolto a chi opera nel settore».
3) flessibilità e scalabilità: «Le tecnologie scelte per il rinnovamento dello showroom dovevano essere flessibili, modulabili e scalabili», spiega Scio.
Tra le necessità di Hager c’era infatti quella di ottimizzare gli investimenti con una soluzione che fosse anche “future proof”, ovvero semplice da aggiornare, riadattare e far crescere in base al variare delle esigenze.
La soluzione: 4 Big Pad da 70 pollici e contenuti multimediali
La proposta di showroom concepita da Studio Volpi, realizzata in collaborazione con Touch Revolution, nasce in risposta a questi input, seguendo l’ulteriore obiettivo, come dice Fabrizio Gagliardi, Manager Area Digital, Studio Volpi, «non semplicemente di progettare uno showroom, ma di far vivere un’esperienza al cliente in visita».
Lo spazio di 8×16 metri è stato completamente ripensato anche sul piano del design architettonico e illuminotecnico.
«Sono stati modificati gli impianti luce esistenti – spiega Manuela Ferrante, Design Director, Studio Volpi – proprio per adattarci a livello quasi museale all’esposizione dei prodotti, poter giocare con accensione e spegnimento delle luci a seconda del momento dell’evento e poterle attenuare quando i monitor sono accesi».
“Volevamo che il customer journey del visitatore fosse più coinvolgente e interattivo di quello tradizionale, non volevamo che il cliente avesse solo un ruolo ‘di ascolto’ – Umberto Scio
Nello stesso ambiente convivono, circondando il visitatore, sia gli espositori dei prodotti fisici, mobili e studiati per favorire l’interazione coi prodotti, sia l’anfiteatro dei quattro Big Pad da 70 pollici, che per valore innovativo è il vero protagonista del progetto: «I monitor touch creano una sorta di ‘set televisivo’ alle spalle del presentatore – spiega Fabrizio Gagliardi, Studio Volpi – il concept è quello di una ‘presentazione aumentata’: nel raccontare azienda, prodotti e servizi, il presentatore è supportato dal fatto di essere immerso in video e immagini che rappresentano quello di cui parla; in particolare, attraverso una serie di ambienti virtuali industriali, commerciali e residenziali viene raccontato e riprodotto il funzionamento delle soluzioni Hager di building automation.»
Fabrizio Gagliardi entra nel merito: «Alcuni esempi: una macchina arriva di fronte a un cancello automatico e il presentatore cliccando su un’icona può mostrare dei contenuti sulle soluzioni Hager legate a quest’ambito; si può entrare all’interno di una casa e cliccare sul sensore dell’allarme per accedere a
“I materiali multimediali sono aggiornabili e modificabili rapidamente e lo stesso hardware un domani potrebbe essere cambiato mantenendo comunque valido il software sottostante – Manuela Ferrante
informazioni connesse al tema sicurezza; interagendo direttamente con la centralina riprodotta sul video che controlla i sistemi domotici della casa si può sperimentarne il funzionamento».
Se finora, nel journey pensato per il visitatore, è tendenzialmente il presentatore ad aver ‘giocato’ con schermi, icone e funzionalità, in un secondo momento il cliente viene coinvolto in prima persona e interagisce direttamente coi Big Pad di Sharp. In questa fase gli schermi smettono di lavorare all’unisono e diventano spazi individuali dove gli ospiti possono proseguire autonomamente il proprio percorso di ricerca navigando nei contenuti digitali messi a loro disposizione (brochure promozionali, video, foto ecc.).
Infatti, il software che gestisce i contenuti consente l’interazione simultanea di più persone – anche diverse contemporaneamente – su ciascuno dei 4 schermi.
Vantaggi delle soluzioni e risposta alle esigenze di Hager
La soluzione dell’anfiteatro con monitor touch è stata preferita ad altre, per vari motivi:
– è semplice coinvolgere i visitatori in esperienze interattive: «Grazie anche alla diffusione degli smartphone – dice Umberto Scio – ormai la tecnologia ‘touch’ è familiare a tutti, non spaventa; in fase preliminare abbiamo valutato virtual reality e ologrammi, ma ci sembravano soluzioni non abbastanza user friendly»;
– come spiega Manuela Ferrante, Design Director, Studio Volpi, risponde alle esigenze di flessibilità e scalabilità sopra descritte: «I contenuti multimediali sono aggiornabili e modificabili rapidamente, l’importante è scegliere una configurazione software robusta e flessibile, sfruttabile anche per esportare e proporre l’allestimento, su scala ridotta, alle fiere e agli eventi in giro per il mondo»;
– guardando il concept dello showroom nel suo complesso, lo ‘show’ proposto dall’anfiteatro, abbinato all’interazione fisica con i prodotti sugli espositori, rappresenta una risposta efficace alla ricerca di un adeguato bilanciamento tra mondo fisico e virtuale.
Altri elementi tecnologici: audio e rete ad hoc
Touch Revolution, oltre all’installazione dei Big Pad e allo sviluppo del software (vedi riquadro a fianco), ha curato anche:
a) l’installazione dei sistemi audio, «fondamentale – spiega Gianni Moret, co-founder, Touch Revolution – come completamento alla parte video per dare il giusto impatto emotivo alle presentazioni»;
b) la creazione di «una rete informatica dedicata a tutti i sistemi che compongono lo showroom, isolata da quella aziendale, per motivi di sicurezza IT; un network – prosegue Gianni Moret – di cui fa ovviamente parte anche il server su cui risiede il software e il tablet tramite cui è possibile pilotare i 4 Big Pad di Sharp, un’ulteriore utile funzionalità che caratterizza il progetto».
Come è fatto l’anfiteatro composto dai Big Pad SHARP e quale software lo fa funzionare?
Così come l’ha descritto Gianni Moret, co-founder, Touch Revolution, «l’anfiteatro è un videowall composto da 4 Big Pad Sharp da 70 pollici, modello PN-70TB3, posizionati a semicerchio, uno di fianco all’altro; l’immagine è dunque molto ampia, di circa 7,4 metri di base per 1 metro di altezza. I monitor sono integrati in una struttura a sbalzo dalla parete di circa 30 cm, sorretti da staffe costruite ad hoc». Come ha sottolineato Gagliardi, «sebbene parliamo di monitor Full HD che superano il metro e mezzo di base, anche ad una distanza piuttosto ravvicinata – i visitatori stanno a circa 2-3 metri durante la presentazione – l’immagine sui monitor risulta molto definita. è il segno che la qualità di questi pannelli è davvero superiore».
Touch Revolution, per gestire la fruizione dei video e dei contenuti ha sviluppato un software capace sia di far lavorare i 4 monitor in modo unificato, in modalità ‘desktop unico’ («calcolando – sottolinea Moret – lo spazio occupato dalle cornici dei monitor e quindi evitando che la proporzione delle immagini risulti alterata»), sia di rendere i 4 schermi autonomi per consentire l’interazione simultanea degli ospiti sui Big Pad, ciascuno in grado di supportare il multi-touch.