Avvolti dalle opere d’arte: gli affreschi della Cappella Sistina rivivono nello Show di Marco Balich grazie a 30 proiettori laser Panasonic. Un attento lavoro basato su fedeltà cromatica, coerenza delle forme e progettazione delle superfici di proiezione
La Cappella Sistina è un’opera d’arte unica per la sua forza estetica, emotiva e spirituale. Un capolavoro assoluto dove si concentrano, grazie allo straordinario genio di Michelangelo e degli altri grandi artisti dell’epoca che hanno contribuito alla realizzazione degli affreschi, un numero incredibile di storie, racconti e significati.
È un luogo dal valore inestimabile sul piano religioso, culturale e artistico; un valore che, come accade solo con i grandi capolavori, vive e si rinnova nel tempo, dal Rinascimento a oggi. È per celebrare la Cappella Sistina che nasce “Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel”; lo spettacolo – prodotto da Artainment Worldwide Shows con la consulenza scientifica dei Musei Vaticani, visibile all’Auditorium Conciliazione di Roma – sfrutta diverse forme artistiche ed è unico nel suo genere.
L’azione fisica della performance teatrale si fonde con musiche ed effetti speciali immateriali, “magici” per il fascino che conferiscono al tutto, realizzati grazie a tecniche avanzate di videoproiezione. Su questo fronte il progetto ha richiesto:
– la realizzazione di una volta autoportante e indipendente, per ricreare una superficie omogenea capace di restituire una perfetta geometria alle immagini proiettate;
– l’installazione di 30 proiettori Panasonic a tecnologia laser Solid Shine: diciotto PT-RZ31K da 31.000 lumen, dieci PT-RZ21K da 20.000 (quattro dei quali con ottica ultra corta a specchio EL-D75LE95) e due PT-RZ12K da 12.000;
– grande maestria nell’impostazione del progetto e nel posizionamento dei proiettori per raggiungere una uniformità luminosa, una fedeltà cromatica e una coerenza nelle proporzioni delle immagini degna del capolavoro a cui si ispira lo spettacolo.
Come nasce la Cappella Sistina?
Michelangelo dipinge le volte della Cappella Sistina tra il 1508 e il 1512 su commissione di papa Giulio II e il Giudizio Universale, la parte dietro l’altare della Cappella Sistina, tra il 1535 e il 1541 su commissione di Papa Clemente VII. Straordinaria è l’opera di Michelangelo e affascinante la storia di come questa stessa opera è nata: pare che dietro l’incredibile armonia di forme della Cappella Sistina ci sia stato un Michelangelo tormentato e insofferente a qualsiasi altro essere umano; un Michelangelo che si considera uno scultore, non un pittore e che è dunque titubante nell’accettare l’incarico di Giulio II; un Michelangelo che non lasciò entrare nessuno a vedere il procedere dei lavori della Cappella, nemmeno il Papa; un Michelangelo che viveva come un anacoreta e mangiava poco, quattro etti di pane al giorno con una fetta di formaggio. Nel Giudizio Universale di Balich non c’è soltanto l’opera, ma anche la storia di questo straordinario artista, intrecciata alle storie degli altri artisti che hanno contribuito alla nascita di questo straordinario capolavoro.
La parola a Balich: perché questo Giudizio Universale è uno spettacolo “unico nel suo genere”?
«Il nostro Giudizio Universale non è un musical, non è una danza, non è un film, non è uno spettacolo teatrale: è uno show unico, pensato per rendere un’opera così densa di significati come la Cappella Sistina fruibile a tutti – racconta Marco Balich, Direttore Artistico di fama internazionale, ideatore dello Show; – Non credo ci siano altrove esempi simili di questa potenza e natura, nè a New York, né a Londra, né a Tokyo», dice Balich, e sottolinea il carattere universale dell’opera, che mira a coinvolgere emotivamente tutto il suo pubblico: «Le persone che non hanno una particolare preparazione, educazione o sensibilità artistica, scoprono la possibilità di emozionarsi con un’opera d’arte; chi ha una cultura e una preparazione specifica può godere di quel capolavoro che ha studiato ‘con l’intelletto’ in un modo assolutamente emotivo, ‘di pancia’».
Uno spettacolo che parla tanto anche ai bambini: «Il Giudizio Universale è pensato soprattutto per le giovani generazioni, per mostrargli come Michelangelo fosse un superhero antelitteram, ben prima di quelli della Marvel e per mostrare loro come la potenza delle immagini da lui prodotte possano essere più interessanti di quelle, spesso banali, che sono abituati a vedere». Anche quando parla agli adulti, l’opera di Balich vuole parlare al “fanciullo” che abita in questi adulti: «Abbiamo voluto creare uno spettacolo coinvolgente, dove lo spettatore non è passivo ma stimolato a muovere la testa, girare il collo, alzare lo sguardo e il mento all’insù, come si fa quando si è bambini, in una posizione di estatica ammirazione»; un codice artistico che si ritrova anche negli spettacoli olimpici e nelle scelte iconiche fatte per l’Albero della vita di Expo.
La sfida tecnologica: proiezione immersiva a 270°, con 30 videoproiettori Panasonic
Entrati nella sala del Teatro Conciliazione, ci si accorge subito che la volta è costituita da una nuova struttura autoportante e indipendente, che ricopre le due pareti laterali, il soffitto intero (creando una superficie curva), e si raccorda con il proscenio creando un’unica superficie di proiezione geometricamente regolare, fondamentale per garantire immagini omogenee. Da un punto di vista tecnico la proiezione immersiva è suddivisa in cinque settori:
– le due pareti laterali, con otto PT-RZ31K;
– la volta del soffitto, con sei proiettori PT-RZ21K e due PT-RZ31K;
– il proscenio, con quattro PT-RZ31K;
– il ‘front gauze’, con quattro PT-RZ31K.
Inoltre, due PT-RZ12K sono dedicati al mapping sul palcoscenico (David di Michelangelo) e quattro PT-RZ21K con ottica a specchio EL-D75LE95 da 0,38:1 che proiettano dall’alto sul palcoscenico, in verticale.
I proiettori sono stati alloggiati nelle seguenti posizioni:
– su due torri laterali, posti ai lati della sala, verso il fondo;
– nelle due pareti laterali;
– nei tre ‘vomitorium’ più vicino al palco; i ‘vomitorium’ sono gli spazi di accesso dedicati all’afflusso/deflusso degli spettatori;
– sull’americana posta sopra il palco.
«La prima decisione che abbiamo dovuto prendere dopo aver ricevuto un incarico così importante – commenta Daniele Parazzoli, CEO, Event Management, il system integrator che ha eseguito il progetto e l’installazione della videoproiezione immersiva – è stata la scelta del brand, della tecnologia di proiezione e di illuminazione. Per rappresentare gli affreschi della Cappella Sistina era naturale dare la precedenza alla fedeltà cromatica, con l’obiettivo di ottenere un risultato al pari dell’originale. Per questo abbiamo scelto Panasonic, un brand storicamente affidabile anche nella tecnologia laser applicata al DLP. Abbiamo selezionato i modelli per garantire la luminosità richiesta dalla direzione artistica, pari a 350 ANSI Lumen per mq».
Prosegue Parazzoli: «La dimensione contenuta dei proiettori Panasonic ci ha consentito una certa libertà di posizionamento, a seconda delle situazioni li abbiamo ruotati in diverse posizioni. Il vantaggio dell’illuminazione laser è impagabile, soprattutto in contesti come questo, considerato a tutti gli effetti un ‘live show’. Il laser ti fa dimenticare tutti i problemi tipici dei proiettori a lampada al punto che puoi anche dimenticarli accesi, senza causare il minimo problema. Inoltre, il laser garantisce un’uniformità luminosa nel tempo: per una configurazione che prevede 30 proiettori è un vantaggio non da poco, e l’attività di manutenzione è praticamente ridotta a zero perché non ci sono più gli interventi per sostituire la lampada».
Perché risulta fondamentale la qualità delle immagini e la scelta dei partner?
Per creare l’effetto immersivo necessario a fare leva sull’emotività degli spettatori “era assolutamente rilevante scegliere ‘il massimo’ sul piano della tecnologia e dunque della resa delle immagini”, dice Balich. Da qui l’avvicinamento a Panasonic, con cui già Balich aveva collaborato con soddisfazione nel contesto dei Giochi Olimpici di Rio 2016. L’azienda, come racconta il direttore artistico, ha abbracciato il progetto comprendendone il valore e accettando le sfide che portava con sé: «Abbiamo voluto dei partner in grado di cogliere lo spirito di questo progetto: un esperimento meraviglioso che poteva durare nel tempo e che dal loro punto di vista poteva diventare uno showroom permanente d’eccezione, dove i proiettori della miglior tecnologia si vedevano applicati a qualcosa di molto interessante», spiega Balich.
Michele Telaro, COO, Artainment Worldwide Shows, la società che ha sotto la guida di Balich, spiega che dietro a questa esigenza di rigore c’è anche la necessità di rispondere alle aspettative dei Musei Vaticani: «La ricostruzione delle immagini, come tutto il resto dello show, è sotto la direzione scientifica dei Musei Vaticani che ci hanno fornito l’accesso a banche dati, immagini, informazioni che noi, con gli altri studi e gli artisti che hanno collaborato al progetto, abbiamo elaborato per dare vita ai contenuti dello show».
«Le proiezioni sono una fornitura chiave di questo spettacolo e sapevamo che Panasonic sarebbe stata l’opzione migliore – commenta Telaro sempre a proposito del tema videoproiezioni – I loro nuovi proiettori da 20mila e 30mila lumen erano la soluzione più indicata considerando la qualità del colore a cui puntavamo e il fatto che, trattandosi di una show permanente, era necessario si mantenesse questa qualità nel tempo»; rispetto a quest’ultimo aspetto lo stesso Telaro sottolinea l’attenzione di Panasonic nel verificare costantemente il rispetto degli standard dei colori. Sulla stessa linea Balich: «Siamo molto soddisfatti dei proiettori Panasonic perchè crediamo che l’immensa qualità delle immagini che i Musei Vaticani ci hanno fornito risultino esaltate, nella loro interpretazione, dall’adeguata luminosità che questi proiettori consentono di ottenere. È veramente stupefacente lo spettacolo offerto da queste grandi proiezioni così nitide, così iconiche, che consentono di osservare le figure della Cappella Sistina così bene, così ‘da vicino’».
Proiettori Laser: il vantaggio competitivo nei Live Show
I proiettori Panasonic utilizzati nella produzione dello show sono i modelli top della gamma Laser Solid Shine: PT-RZ12K, RZ21K e RZ-31K con una luminosità d 12mila, 20mila e 30mila ANSI Lumen, tutti con DLP 3-chip. Queste serie di proiettori sono stati sviluppati per garantire l’espressione della miglior creatività artistica negli eventi live, come il ‘Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel’.
«Il mercato degli eventi dal vivo – ci spiega Daniele Parazzoli – chiede proiettori sempre più luminosi, versatili e compatti, dall’affidabilità assoluta, anche quando sono sottoposti ad un utilizzo intensivo. Diventano indispensabili per realizzare spettacoli immersivi dove la user experience deve generare meraviglia, essere capace di far tenere il fiato sospeso».
Ovviamente, la continuità di servizio non può essere messa in discussione e l’illuminazione laser contribuisce a evitare ‘failure’ come accade con i proiettori a lampada. Inoltre, questi modelli Solid Shine garantiscono la piena luminosità con una tensione di alimentazione da 180 a 240V; in presenza di un calo di tensione (fino a 100/120V) i proiettori mantengono l’operatività riducendo la luminosità.
Un’opera propedeutica o di approfondimento all’originale
Come racconta Balich, il suo Giudizio Universale rappresenta un momento propedeutico o di approfondimento successivo alla visita della Cappella Sistina: «Abbiamo visto tante classi e tanta gente che subito dopo lo spettacolo ha detto ‘ho voglia di tornare a vedere la Cappella Sistina’; già questo è un risultato veramente molto interessante, vuol dire che un’opera così importante del passato è stata valorizzata attraverso la tecnologia, e non spettacolarizzata in modo banale; significa che è stata esaltata nel suo contenuto e nella sua essenza».
Quali artisti hanno collaborato?
Tanti i talenti internazionali del mondo della musica, del teatro, del video che hanno contribuito alla nascita di questo “viaggio sensoriale”.
Per citarne alcuni: Sting, che ha composto e interpretato il tema musicale, Pierfrancesco Favino, che ha interpretato la voce di Michelangelo, Lulu Helbek, co-regista di Balich. A curare i contenuti delle proiezioni Luke Halls, video designer che ha collaborato con nomi come Rihanna, Elton John e la Royal Opera House di Londra, un artista che sfrutta i linguaggi del pop e dell’opera, una figura ideale per un progetto come questo che mira a rispettare la tradizione ma, al tempo stesso, vuole arrivare a tutti in maniera trasversale, così come tipicamente il pop consente di fare.