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Il monitoring della catena di trasmissione


Ogni broadcaster deve tenere sotto controllo la qualità dei segnali in transito dalla propria rete di distribuzione. Per questo motivo vengono utilizzati apparati professionali che analizzano i segnali RF e ASI.

Ogni broadcaster deve tenere sotto controllo la qualità dei segnali in transito dalla propria rete di distribuzione. Per questo motivo vengono utilizzati apparati professionali che analizzano i segnali RF e ASI.


Monitorare una rete DVB-T/T2

Lo schema di questa pagina illustra un sistema di monitoraggio dedicato ad una rete DVB-T/ T2. Nel caso specifico la rete è composta da un trasmettitore RF alimentato da una rete di contributi terrestri e da un link satellitare.
I segnali RF provenienti dal convertitore della parabola e dai ponti radio terrestri, attraverso i ricevitori professionali dedicati, vengono inviati al trasmettitore DVB-T VHF o UHF della rete terrestre per mezzo del segnale ASI contenente il Transport Stream (formato dai programmi presenti nel mux).
Per un broadcaster è fondamentale tenere sotto controllo i seguenti segnali:
– RF in uscita dall’LNB satellitare per i segnali di contribuzione
– ASI in uscita dai ricevitori dei ponti radio terrestri di contribuzione
– ASI in uscita dai multiplexer
– RF in uscita dal trasmettitore terrestre
Inoltre, un sistema di monitoring per segnali broadcasting deve integrare un decoder MPEG- 2/4 per visualizzare in locale i segnali su un display e garantire il controllo remoto via web browser, ossia permettere all’operatore incaricato di verificare e vedere tutti i segnali da qualsiasi postazione remota, purché dotata di rete LAN con accesso a internet.
È altrettanto importante che i segnali vengano monitorati contemporaneamente così da stabilire se un eventuale disservizio viene generato da un componente difettoso della catena.


Il monitoraggio ASI

Il monitoraggio da remoto è una funzione che consente di verificare se la trasmissione avviene come pianificato, da qualsiasi parte del mondo dove è presente un accesso alla rete internet. Nella foto, il mosaico dei programmi televisivi di un mux.

Il palinsesto di un canale televisivo è composto da programmi in diretta e/o registrati. Inoltre, vi sono programmi in diretta che ospitano collegamenti via satellite oppure vi ponti radio terrestri, per collegarsi con ambienti esterni allo studio televisivo.
La rete dei contributi necessaria a trasportare tutti questi contenuti nel luogo di emissione, da dove poi i segnali raggiungono i trasmettitori UHF o VHF, deve perciò essere controllata perché la trasmissione avvenga senza problemi; altrimenti, il danno economico e di immagine derivato sarebbe ingente.
Com’e noto in una catena di distribuzione DVB-T/T2 in uscita ad ogni ricevitore e multiplexer ritroviamo un segnale ASI. Questo segnale veicola il Transport Stream del mux, che contiene al suo interno i segnali video, audio e dati dei programmi distribuiti, generalmente televisivi, ma anche radio e servizi di vario genere come, ad esempio, l’EPG (guida elettronica ai programmi) o l’update del firmware dei ricevitori consumer.
Nel caso il segnale ASI contenga errori il sistema di monitoraggio li rileva all’istante e attiva un allarme per effettuare un pronto intervento e risolvere il problema. Un classico errore è lo schermo nero; oppure, per un errore umano, può capitare che i contenuti non siano al loro posto e quindi il telespettatore anziché un canale ne riceve un altro. Ovviamente il sistema di monitoraggio viene programmato secondo le specifiche che devono avere i parametri in transito: quando rileva uno scostamento, si attiva.


Il segnale ASI

ASI, Asynchronous Serial Interface, è un’interfaccia definita dal DVB per lo streaming dei segnali TV digitali compressi. Viene utilizzata per trasportare i dati all’interno di un flusso Transport Stream MPEG (MPEG-TS). Supporta una velocità di 270 Mbps ed è compatibile elettricamente con l’interfaccia SDI. Il Transport Stream è un formato che contiene audio, video e dati impacchettati secondo un metodo funzionale al loro trasporto e comprende anche gli algoritmi di correzione degli errori per evitare il degrado del segnali in trasmissione e in ricezione.


Il monitoraggio RF

In questo caso ci troviamo a parlare di una categoria di parametri più familiare agli installatori di impianti TV. I monitoraggio dei segnali RF coinvolge, come si vede nello schema di questa pagina, il segnale in uscita RF dall’LNB satellitare (per i segnali di contribuzione sat) e il segnale RF in uscita dal trasmettitore terrestre, segnale che viene inviato alle antenne di trasmissione. In tutti questi casi la stazione di monitoraggio deve valutare, istante per istante, la bontà del segnale e quindi tenere sotto controllo i valori di tutti i parametri di un degnale DVB-T come, ad esempio: livello, MER, BER, Network Delay, ecc. Le misure sono simili a quelle che un installatore effettua in fase di collaudo/verifica dell’impianto: dal lato broadcasting vengono utilizzate tolleranze più stringenti e una dinamica di misura dei parametri più estesa perché le specifiche in fase di trasmissione sono più severe.
Due misure importanti per mantenere sincronizzata la rete di distribuzione e di trasmissione di un canale televisivo sono quelle del Network Delay e della precisione dell’unità GPS, sempre presente nella stazione di monitoraggio dei segnali DB-T/T2. Queste due misure sono correlate fra loro perché la pianificazione e la gestione di una rete SFN fanno uso del GPS per mantenere sincronizzati i trasmettitori ed evitare che i segnali vengano ricevuti al di fuori dell’intervallo di guardia.


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