A tu per tu con Mike Blackman, Managing Director di Integrated Systems Europe, per scoprire le novità della prossima edizione e conoscere da dietro le quinte gli elementi cardine di una manifestazione così imponente.
Superato il tetto dei 40mila visitatori, ISE si avvia verso
l’edizione 2014; una fiera di riferimento per il nostro mercato e molto
attesa nell’ambiente, che concentra in tre giorni tutto il mondo
dell’integrazione dei sistemi.
Quali novità proporrà quest’anno la fiera e quale futuro si aspettano gli organizzatori?
Quali sono stati, inoltre, i fattori che hanno portato in auge la manifestazione di Amsterdam in così poco tempo?
Lo abbiamo chiesto a Mike Blackman, Managing Director dell’Integrated Systems Europe,
che abbiamo incontrato recentemente per una conversazione a tu per tu
durante la quale, peraltro, abbiamo analizzato lo stato di salute del
nostro mercato. Lo stesso Blackman ci ha prospettato alcune ipotesi di
intervento futuro, per coinvolgere al meglio i professionisti che
gravitano intorno al mondo dell’integrazione dei sistemi.
Integrated Systems Europe 2014
Partiamo subito dall’edizione del prossimo anno, quali saranno le novità?
“In prima battuta mi preme sottolineare che aumenterà lo spazio espositivo e che miglioreremo la logistica di tutte le aree della fiera con nuovi ingressi, nuova segnaletica e nuovi pannelli interattivi dai quali sarà possibile avere conto di tutte le attività presenti nella tre giorni di Amsterdam. Non solo, abbiamo pensato di migliorare l’offerta dal punto di vista della formazione. Ci saranno infatti due nuove aree educational e contiamo di coinvolgere maggiormente i giovani professionisti del settore, nonché alte figure qualificate del canale residenziale, come architetti e interior designer, con i quali il system integrator si confronta in modo crescente da qualche anno a questa parte”.
Qual è il numero di visitatori che contate raggiungere per l’ISE 2014?
“Ogni anno è sempre diverso da quello precedente, e la tradizione ci ha sempre portati ad incrementare i numeri rispetto all’edizione lasciata alle spalle. Per il 2014 contiamo di alzare l’asticella oltre le 45mila presenze e di superare i 900 espositori. Oramai è noto a tutte le aziende e ai professionisti che vi partecipano: far parte di questa manifestazione significa dare linfa al proprio business, imparare cose nuove, crescere e incrementare le interconnessioni con gli operatori di questo mercato”.
Visti i risultanti crescenti ogni anno, avete mai pensato di realizzare l’evento su 4 giorni?
“In tanti suggeriscono questa nuova soluzione per l’ISE, ma non è così semplice decidere di aggiungere un giorno in più alla manifestazione. Sono molti i fattori da valutare per giungere ad una scelta del genere e al momento le condizioni ci suggeriscono di realizzare l’evento su tre giornate. Negli anni, una delle cose che ha inciso positivamente sulla riuscita dell’ISE è stata proprio l’equilibrio sul quale abbiamo basato tutto l’evento. E sulla bilancia abbiamo saputo dare il giusto peso ad ogni aspetto: location, target, percentuale di crescita, numero dei giorni nei quali sviluppare la manifestazione, ecc. È un’ipotesi che abbiamo valutato, ma crediamo che da qui in avanti registreremo sì una crescita, ma con un incremento percentuale ridotto, fino ad arrivare ad un tetto massimo che si aggirerà intorno alle 55mila presenze. Pertanto decideremo di anno in anno quale sia la cosa migliore per lasciare tutti soddisfatti, dagli organizzatori agli espositori, passando dai visitatori”.
Visto il crescente flusso di visitatori, avete mai pensato di integrare la formula e proporre roadshow europei durante l’anno?
“È un aspetto che abbiamo tenuto in considerazione e che intendiamo sviluppare nel migliore dei modi. Ci siamo già mossi, infatti, nella direzione dei roadshow, realizzandone alcuni per aiutare i mercati delle aree più deboli, soprattutto nell’Europa dell’Est. Attenzione però: queste operazioni non sono promosse per replicare l’ISE in ogni paese. L’Integrated Systems Europe è una manifestazione unica e verrà sempre realizzata una volta all’anno; sono le stesse aziende che lo chiedono, esprimendo la volontà di avere un unico importante evento che diventi punto di riferimento di anno in anno. Piuttosto, operazioni del genere vengono realizzate in luoghi specifici e pensate per affrontare mercati di nicchia, come ad esempio l’evento recentemente dedicato allo Smart Building. Non solo, per incidere maggiormente e comunicare nel migliore dei modi, riteniamo che ognuno di questi eventi debba essere prodotto in lingua locale. A tal proposito, stiamo valutando l’idea di toccare diversi paesi, compresa l’Italia, anche se al momento non sono in grado di stilare un calendario vero e proprio”.
Il mercato Audio Video
Aprendo il ventaglio del mondo Audio Video e guardando all’Europa, qual è lo stato di salute del nostro mercato?
“Tutto sommato il mercato in questo momento si presenta molto
stabile, probabilmente la sofferenza maggiore è creata dal fatto che
molti investimenti sono stati fatti prima che la crisi colpisse il
pianeta; pertanto, attualmente quegli investimenti rimangono e tutte le
aziende devono fare i conti con una nuovo assetto economico. Se pensiamo
al mercato AV Pro, oggi i paesi trainanti sono il Regno Unito, la
Germania, la Francia e la Scandinavia; quello dell’Italia è un buon
mercato e attualmente figura in crescita, mentre la Spagna così come la
Grecia stanno attraversando un momento di difficoltà, ma sono sicuro che
presto invertiranno la rotta. Infine, a mio avviso ben presto faranno
capolino tutti gli stati dell’Europa dell’Est”.
Superato questo momento, l’Europa potrà raggiungere un
livello di sviluppo paritario tra le nazioni che la compongono? Se sì,
quando?
“Difficilmente si potrà raggiungere una condizione simile,
perché presumo ci saranno sempre delle differenze di sviluppo. Basti
pensare alla stessa nazione italiana, la differenza tra lo sviluppo del
nord Italia e quello dell’area meridionale è sempre esistita. Di
riflesso, ragionando ad ampio raggio, penso che allo stesso modo
l’Europa viva una condizione simile. Inoltre, attualmente è difficile
fare una previsione in merito a quando rivedremo una completa ripresa
del mercato. Oggi ci sono già dei segnali importanti che costituiscono i
primissimi step per riavviare il volano. Tutto dipende dagli
investimenti delle aziende che negli ultimi tempi hanno registrato una
sorta di appiattimento. Ad ogni modo, quello di oggi è un mercato vivo,
con delle forti potenzialità e nuovi settori da esplorare. È questo che
ci spinge ad aiutare tutti gli attori di questo mondo e stimolarli a
lavorare per lo sviluppo del mercato”.
ISE: i punti cardine di una manifestazione di successo
In un contesto così, che registra a volte un diagramma altalenante, qual è il segreto del vostro successo?
“Sono molteplici i fattori che hanno contribuito a portare l’ISE
a questi livelli, e preferisco focalizzare l’attenzione su un paio di
questi. Il primo è che una fiera come l’ISE all’epoca era molto attesa
nell’ambiente. A lungo, infatti, produttori, integratori e
professionisti del mercato hanno espresso la volontà di avere un evento
dedicato alle aziende e realmente focalizzato sui vari settori di
sviluppo. In seconda battuta, dopo averlo ideata, abbiamo portato avanti
la manifestazione fino ad oggi nel modo giusto, a mio avviso. Siamo
sempre stati estremamente concentrati sul target di riferimento e sul
tipo di marketing da attuare per coinvolgere determinate categorie di
mercato piuttosto che altre. E per farlo non basta, come suggeriscono
alcuni, programmare una pubblicità di massa; al contrario, pur avendo
considerato nel nostro piano di attività tutti i magazine AV, siamo
stati molto attenti ai mezzi di comunicazione da coinvolgere e
soprattutto al target da raggiungere. Non è possibile, d’altronde,
pensare di avvicinare tutti in un colpo solo; lo stesso mercato ha
bisogno dei propri passi prima di abbracciare tutte le figure coinvolte
in un sistema che va sempre più verso l’integrazione”.
Dunque, vengono analizzate le categorie e man mano scelte quelle da raggiungere?
“Esattamente, non possiamo permetterci di coinvolgere tutti
insieme, si rischia di fare confusione mettendo tutti nello stesso
calderone, tra architetti, tecnici, ingegneri, ecc. Ogni anno
pianifichiamo le figure da coinvolgere e i mezzi di comunicazione da
utilizzare. Quest’anno, ad esempio, abbiamo focalizzato l’attenzione
sugli architetti; il mondo dell’Audio Video Professionale prevede sempre
di più il coinvolgimento di questa figura. Allo stesso modo è nostra
intenzione coinvolgere maggiormente le giovani figure professionali, che
rappresentano una forza crescente per il nostro mondo”.
In che modo operate queste scelte?
“Abbiamo un pool di consulenti esperti, provenienti da luoghi e
mercati diversi, che lavorano per stabilire le migliori strategie da
adottare. Non solo, abbiamo intrapreso un cammino di continuo confronto
con gli espositori i quali, come noto, partecipano all’ISE provenendo da
ogni parte del mondo. Per noi rappresentano una fonte d’informazione
preziosa. Insieme ai nostri esperti costituiscono una mix perfetto per
stabilire la strada giusta da seguire. Naturalmente il gruppo di lavoro
che oggi muove questa macchina è frutto di anni e anni di esperienza,
partito con poche persone e implementato via via nel tempo con l’arrivo
di nuovi professionisti a corredo dei responsabili di ogni settore di
attività”.
In questo contesto, quale valore hanno le Associazioni che governano la manifestazione?
“ISE appartiene a CEDIA e InfoComm, due associazioni
internazionali il cui unico obiettivo è quello di promuovere il mercato,
non quello di fare profitti. In questa ottica, l’investimento viene
visto come fattore importante di crescita. Se alle spalle di una
manifestazione così imponente ci fosse stata una società commerciale,
l’atteggiamento sarebbe stato sicuramente diverso. Il nostro obiettivo,
al contrario, è fare fronte comune per consentire lo sviluppo e la
crescita del mercato. Ogni azienda dovrebbe farlo, inevitabilmente se
cresce il mercato ognuno può trarne beneficio”.
Chiudiamo in leggerezza, perché la scelta di Amsterdam come location per diversi anni?
“Questa è una domanda che ricevo di frequente, spiegando i
motivi attraverso questa intervista so di rispondere indirettamente a
molti che se lo chiedono. In realtà i motivi sono semplici e riguardano
esclusivamente l’aspetto logistico della manifestazione. Prima di
arrivare ad Amsterdam, sono stati esaminati diversi luoghi, da Londra a
Parigi, passando per Milano o Barcellona. Ma ognuna di queste
destinazioni presentava qualche aspetto critico; alcune delle città
prese in considerazione, peraltro, risultavano abbastanza decentrate
rispetto al cuore dell’Europa. La città di Amsterdam tutto sommato è in
una posizione centrale, è facilmente raggiungibile nell’arco di un paio
d’ore da tutta Europa, è in grado di sopportare un flusso imponente di
visitatori e, non per ultimo, è una città multiculturale, pertanto
abituata a confrontarsi con persone di ogni paese del mondo”.