Case Study, Education, Sharp, Touchscreen

Johns Hopkins University SAIS Europe: tutto il mondo in un’aula universitaria

Per svolgere al meglio l’attività didattica, la sede di Bologna della Johns Hopkins University ha scelto di attrezzare le sue aule di diverse dimensioni con Big Pad Sharp 4K da 70”, dotate di telecamere remotate per creare ‘aule virtuali’ interconnesse. La soluzione è stata realizzata dal system integrator Videosound & C srl. 


L’integratore Videosound & C srl collabora con la SAIS Johns Hopkins di Bologna dal 2005: decisione, dunque, perfettamente naturale quella dell’Istituzione Universitaria di rivolgersi a questa azienda per la realizzazione di un impianto che unisse funzionalità avanzate per la partecipazione alle lezioni da remoto e semplicità d’uso per i docenti e per gli alunni in presenza. 

I monitor interattivi 4K Sharp Big Pad PN-70HC1E da 70” hanno sostituito le lavagne e hanno portato le aule dell’Istituto bolognese a un livello di tecnologia superiore, per una soluzione che, completata da telecamere PTZ autotracking e microfonia beamforming con echo cancellation, integra la possibilità di inviare a chi segue da remoto tanto le immagini dell’aula e del docente, quanto i contenuti della lezione, gestiti via PC dal docente stesso. 

In pratica, una soluzione smart che permette all’Università di utilizzare una piattaforma molto diffusa come Zoom per svolgere le proprie attività didattiche in piena sicurezza e senza rinunce, come si addice a un’istituzione scolastica tra le più rinomate del mondo per i master post-Laurea in Relazioni Internazionali ed Economia

Approfondiamo gli aspetti di questo impianto con Paolo Forlani, Direttore Sistemi Informativi, SAIS Johns Hopkins di Bologna, e Luca Tavoni, Progettista e Amministratore Unico, Videosound & C srl.



La sfida: implementare rapidamente un sistema già votato alle lezioni a distanza 

La SAIS Johns Hopkins di Bologna è un’Università privata americana che figura tra le migliori dieci del mondo e accoglie perlopiù studenti già in possesso di una laurea, che svolgono un master della durata di due anni. Il primo anno si svolge a Bologna, mentre per il secondo si frequenta, di solito, la sede di Washington. Per una Università a vocazione così internazionale non è infrequente lo scambio di docenti, staff e studenti. «Ogni anno portiamo circa 200 studenti a Bologna – ci racconta il responsabile IT, Paolo Forlani – di cui solitamente la metà sono di nazionalità statunitense, mentre l’altra metà proviene da 35-40 Paesi diversi. Insomma, ogni anno ci troviamo ad avere circa 40 nazionalità rappresentate. Anche prima della pandemia facevamo ricorso alla tecnologia per connetterci con le altre sedi del nostro Istituto, integrando nelle lezioni gli interventi di docenti stranieri e dando loro la possibilità di offrire, in real time, opinioni e commenti sulla situazione politica ed economica».


La SAIS Johns Hopkins di Bologna è un’Università privata americana che figura tra le migliori dieci del mondo e accoglie perlopiù studenti già in possesso di una laurea, che svolgono un master della durata di due anni.

Dunque, la Johns Hopkins di Bologna non era nuova all’utilizzo della tecnologia in aula. Cos’è cambiato con l’emergenza sanitaria attualmente in corso? «Nel 2020 abbiamo dovuto potenziare il sistema per permettere a tutti di seguire le lezioni da remoto», spiega Paolo Forlani. «Le aule erano già dotate di un computer, e in alcune avevamo anche dei monitor da 55” o un videoproiettore, per supportare le videoconferenze con la sede di Washington. A marzo abbiamo aggiunto dei ‘table microphone’ da conferenza per la connessione a Zoom, e per poter continuare le lezioni nonostante le esigenze di lockdown. Abbiamo poi approfittato dell’estate per affrontare il problema con più calma e strutturare in via definitiva l’impianto».

E qui entrano in gioco Sharp e Videosound & C srl. Dice il progettista Luca Tavoni: «Le esigenze del cliente erano sostanzialmente due: poter utilizzare le aule con la piattaforma Zoom per realizzare web conference con gli studenti in remoto e dotare le aule di ripresa audio/video che si integrasse con la piattaforma scelta, pur avendo comunque una quota di studenti in presenza. Il docente necessitava di una maggiore interattivitàe della possibilità di condividere i contenuti della lezione sia con gli studenti remoti che con quelli in presenza». 


L’estrema facilità di scrittura sulla superficie dei monitor multitouch interattivi Sharp Big Pad. Gli appunti possono anche essere condivisibili sui device dei singoli partecipanti.

“Avevamo già un buon sistema di condivisione a distanza, ma con i Big Pad Sharp abbiamo fatto un sensibile passo in avanti – Paolo Forlani 


La soluzione: Sharp Big Pad come lavagna interattiva multitouch e snodo cruciale del sistema  

La chiave della soluzione è la scelta del display interattivo multitouch Big Pad di Sharp, nel recente modello PN-70HC1E. Si tratta di monitor da 70”, con risoluzione 4K, sistema operativo Android on-board, connettività wireless, possibilità di distribuire i contenuti direttamente sui device degli studenti, e interattività fino a 10 tocchi. Certificati per 16 ore di operatività continuativa, questi monitor sono i veri ‘cuori pulsanti’ tecnologici delle aule della Johns Hopkins di Bologna, come conferma Luca Tavoni: «Sharp ci ha consentito di fornire ai docenti un’interazione più dinamica, anche quando si utilizzano i software di presentazione tradizionali, per esempio Power Point. D’altra, parte i monitor Big Pad possono diventare delle vere e proprie lavagne digitali che offrono una schermata bianca perfetta per scrivere e annotare – prosegue Tavoni – il che ha reso possibile eliminare le lavagne tradizionali dalle aule e digitalizzare tutti i procedimenti». 


I monitor Big Pad con telecamere PTZ autotracking rendono più fluido e soddisfacente il dialogo con altre aule e altre sedi universitarie in tutto il mondo

Veri cuori del sistema, i monitor Sharp Big Pad sono il fulcro di una soluzione, completata da camere remotate PTZ autotracking e ‘table microphones’ con tecnologia beamforming con echo cancellation.

I Big Pad PN-70HC1E di Sharp si sono inseriti, per così dire, con estrema naturalezza nel contesto della Johns Hopkins, da una parte perché – come ci conferma Paolo Forlani – molti docenti erano già abituati a sfruttare strumenti tecnologici per svolgere le attività didattiche, e dall’altra perché le principali funzionalità di questi display sono perfette per contesti scolastici, soprattutto di alto livello. 

Android on board è quella che potremmo definire la classica ‘arma vincente’, che viene incontro alla diffusione sempre più capillare di questo sistema operativo su device mobili (smartphone, tablet) e alla conseguente, disponibilità delle più svariate e diversificate applicazioni, in grado di supportare gli utenti praticamente in qualunque esigenza. 

Un system integrator, messo nelle condizioni di accedere a queste applicazioni per adattarle al meglio alle richieste dell’utente finale, svolgerà più facilmente un lavoro che, se comprendesse lo sviluppo da zero delle applicazioni stesse, sarebbe molto più complesso e costoso. Big Pad, insomma, offre fin da subito la ‘sponda’ ideale sulla quale l’integratore può costruire soluzioni ‘tailored’. 

In ambito educativo, poi, va sottolineata la facilità di condivisione e di interazione tra location diverse: i monitor Big Pad e, in aggiunta, le telecamere PTZ autotracking rendono più fluido e soddisfacente il dialogo con altre aule e altre sedi universitarie in tutto il mondo, realizzando di fatto un’aula espansa che non ha più pareti, raccolta e incentrata proprio sul punto focale rappresentato dal monitor, una sorta di ‘lavagna condivisa’ che unisce gli ambienti e crea quella che viene definita un’esperienza didattica 2.0. 

La condivisione, però, per quanto importante, non è tutto: non va dimenticata l’esperienza diretta di chi insegna e di chi segue le lezioni in presenza. La visibilità dei Big Pad anche in aule di grandi dimensioni, garantita dalla definizione dell’immagine, viene incontro alle esigenze degli studenti seduti ai banchi, mentre il docente può sfruttare l’elevata sensibilità al toccodella superficie del monitor, che favorisce una migliore user experience e minimizza, per non dire elimina, problemi tecnici e pause forzate nell’attività didattica. 

Insomma, i monitor interattivi Sharp Big Pad, così come vengono utilizzati nella SAIS Johns Hopkins di Bologna, si fanno apprezzare principalmente per il perfetto equilibrio che riescono a istituire tra esigenze didattiche in presenza e necessità di condivisione (e di comprensione) da remoto

Molto spesso le soluzioni tecnologiche per l’Educational sono sbilanciate a favore di una di queste due posizioni, e sono più votate alla condivisione e al lavoro a distanza oppure alla didattica ‘classica’ in presenza. Big Pad si propone, invece, come ideale trait d’union fra questi due modi di intendere la didattica che, per via dell’emergenza sanitaria, hanno dovuto, nel corso di questo 2020, fondersi velocemente.


I monitor interattivi Sharp Big Pad, così come vengono utilizzati nella SAIS Johns Hopkins di Bologna, si fanno apprezzare principalmente per il perfetto equilibrio che riescono a istituire tra esigenze didattiche in presenza e necessità di condivisione (e di comprensione) da remoto. 

Luca Tavoni: «Sharp ci ha consentito di fornire ai docenti un’interazione più dinamica, anche quando si utilizzano i software di presentazione tradizionali, per esempio Power Point. D’altra, parte i monitor Big Pad possono diventare delle vere e proprie lavagne digitali»

“Questo progetto, più ancora che per la carica innovativa, brilla per funzionalità: soddisfa le esigenze del cliente e si presta a implementazioni future – Luca Tavoni


Facilità di gestione e possibilità di implementazioni   

Il mondo Johns Hopkins, in linea con le grandi università internazionali, è sempre in movimento, e ha dunque voluto che l’installazione fosse ‘future proof’. Il sistema attualmente in uso dunque – incentrato come si è detto sui Big Pad Sharp, e completato da una telecamera remotata PTZ con funzione di auto-tracking in ogni aula (per un totale di dodici ambienti di diverse dimensioni, da 50 a 200 posti), nonché da speakerphone con tecnologia beamforming con echo cancellation – potrà dunque in futuro evolversi e integrare altre tecnologie. «Questi monitor dispongono di molte funzioni interessanti, ad esempio il mirroring con touch back, che aprono a svariate possibilità di future implementazioni, dettaglio di non poco conto quando si progetta un sistema per istituzioni all’avanguardia e votate alla modernità come la Johns Hopkins», dice Tavoni, che quindi aggiunge un commento sulla gestione dei lavori: «Questa installazione richiedeva rapidità di messa in opera e facilità di gestione. Obiettivi raggiunti anche grazie alla logistica di Sharp: i Big Pad sono stati consegnati a tempo record». ■ 


La SAIS Johns Hopkins di Bologna è un’Università privata americana che figura tra le migliori dieci del mondo.

SHARP BIG PAD AL SERVIZIO DELL’INTERNAZIONALITÀ

Serie di monitor LCD 4K multitouch con tecnologia IR a 10 tocchi, gli Sharp Big Pad vengono incontro alle esigenze di una molteplicità di applicazioni e di utenti. In particolare, in ambito Educational, i pregi sono rappresentati dalla sensibilità al tocco (che consente ai docenti di ‘scrivere’ e annotare con poca fatica e con grande precisione sulla superficie del monitor) e dalla facilità di condivisione in chiave BYOD dei contenuti. 
La Johns Hopkins ha rappresentato per i Big Pad una sfida importante: Università a vocazione totalmente internazionale, essa fa della chiarezza comunicativa e dell’intreccio tra persone distanti fra di loro – persino di continenti diversi – uno dei cardini dell’insegnamento impartito. La facilità dei Big Pad Sharp di dialogare coi device degli utenti (grazie ad Android on board) semplifica molto la collaborazione e velocizza la condivisione dei contenuti, ai quali i partecipanti possono accedere con i loro apparecchi.
Versatilità anche sul fronte delle dimensioni, per adattarsi a ogni aula: i Big Pad sono disponibili in tre diverse misure, da 86”, 75” e 70”, tutte con risoluzione 3840 x 2160 Ultra High Definition (UHD) 4K. 


Link utili

sais.jhu.edu/sais-europe | videosoundsrl.com | sharp.it 


Persone intervistate

Paolo Forlani, Direttore Sistemi Informativi 
SAIS Johns Hopkins

Luca Tavoni, Direttore Progettista e Amministratore Unico Videosound & C srl 

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