L’articolo ripercorre tutti i passaggi di una installazione di successo eseguita per trasformare il giardino in un luogo di emozioni, attraverso scenari fatti di luce, musica e natura. Un giusto mix tra tecnologia e ambiente per un’interazione resa possibile con il solo ‘touch’ delle mani.
La casa intelligente è un argomento molto dibattuto in questi anni e, con l’incedere del progresso tecnologico, si sente parlare sempre più spesso di integrazione dei sistemi all’interno delle mura domestiche. Ma l’abitazione, a volte intesa come luogo da vivere all’interno di una costruzione, abbraccia anche gli spazi esterni della casa che fanno da corredo e biglietto da visita all’edificio. Nei numeri precedenti di Sistemi Integrati abbiamo usato la lente d’ingrandimento su installazioni eseguite all’interno di una abitazione, piuttosto che in grosse imbarcazioni, esaminando tutti i passaggi che hanno portato alla realizzazione di impianti che rappresentavano al meglio il concetto di integrazione di sistemi. In questo articolo poniamo l’accento sugli step necessari per la realizzazione di un impianto eseguito all’esterno di una villetta, in un giardino con piscina e patio: dall’allestimento delle luci all’impianto audio, passando per i sistemi di sicurezza. Pertanto, per cogliere i dettagli di questa operazione, abbiamo seguito passo dopo passo il percorso installativo realizzato dallo staff di Miele&Musica, system integrator della Campania che opera, dal 1989, su tutto il territorio nazionale.
Lo scenario
Il campo d’azione è un giardino di circa 2.000 mq, nel quale il committente ha richiesto di poter gestire, anche da remoto, la videosorveglianza, la diffusione audio e l’impianto di illuminazione, compresa la piscina, con scenari personalizzabili in base alle stagioni, piuttosto che alle condizioni meteorologiche e agli orari, con piante ad esempio da mettere in evidenza in base al periodo di fioritura. Il tutto all’esterno di una villetta di tre piani di proprietà del signor Giovanni, imprenditore e padre di una famiglia composta da quattro persone. «Il giardino di solito è un mondo ben strutturato che segue dei canoni precisi e nel quale non è così facile e scontato riuscire a trovare un equilibrio tra natura e tecnologia – ci racconta l’Ing. Giuseppe Forte di Miele&Musica, che ci illustra tutti i processi che hanno portato alla realizzazione degli impianti richiesti dal committente. In realtà, per poter iniziare un’installazione di questo tipo e portarla a termine, sono diversi i fattori da considerare prima di partire con la messa in opera». Proveremo, pertanto, ad esaminare questi aspetti da vicino dando spazio, ovviamente, alla tecnologia e alle peculiarità presenti in questo impianto. In un viaggio a ritroso, partiamo subito dall’ impianto realizzato con la descrizione del sistema, per poi entrare, accompagnati dal tecnico ingegnere, nel dettaglio di ogni passaggio che ha caratterizzato l’intero processo di realizzazione.
Descrizione del sistema
I dispositivi per la gestione luci, come quelli per l’audio sono stati installati in un locale tecnico dedicato. Nello specifico tutte le elettroniche Vantage sono state collocate in un quadro elettrico, mentre quelle audio in un rack adiacente. L’impianto elettrico, dotato di un UPS da 2200VA, integrato con Vantage, è in grado di alimentare tutte le apparecchiature del rack e una parte delle accensioni del giardino. In caso di mancanza di energia elettrica, tenendo conto dell’orario e delle stagioni, vengono attivati dei circuiti di emergenza per permettere la circolazione all’esterno dell’abitazione anche in mancanza di luce. Con il graduale scaricarsi dell’UPS vengono disattivati quei circuiti a priorità più bassa, fino ad arrivare a quelli dei due ingressi principali, il tutto per garantire un’autonomia dell’UPS virtualmente maggiore di quella di targa. All’interno del rack è presente anche un PC che funge da NAS per il database audio e da Server per la registrazione del video proveniente dalle quattro telecamere HD AXIS esterne. L’impianto audio esterno è composto da un lettore Sonos, un preamplificatore professionale Australian Monitor, un amplificatore finale Australian Monitor da 500W@100V e da 4 diffusori da giardino a guida d’onda omnidirezionale disposti sul perimetro della piscina. La normale gestione del sistema viene effettuata tramite un’interfaccia grafica su iPad, il quale è in grado di dialogare con le apparecchiature del locale tecnico tramite una rete wi-fi omnidirezionale per esterno.
Scelta dei materiali
«La scelta dei prodotti da utilizzare spetta a noi – ci dice senza esitare Nicole Pellecchia, responsabile amministrativa di Miele&Musica – il cliente difficilmente entra nel merito della scelta tecnica. Solitamente chiede di poter realizzare un’idea e noi cerchiamo di realizzarla scegliendo i materiali che meglio la calzano. In base alle proprie esigenze e al budget a disposizione, noi gli proponiamo due o tre soluzioni con prodotti tecnicamente di pari livello, lasciando a lui l’eventuale scelta finale sulla scorta dell’approfondita spiegazione che gli forniamo per ogni singolo prodotto proposto. Il cliente quasi mai, dunque, se non per una richiesta puramente estetica, sceglie il prodotto».
Inizio e propedeuticità dei lavori
Bypassando gli aspetti legati al sopralluogo, all’accordo e all’approvazione del progetto, nel caso di un giardino come quello esaminato, il primo passaggio da affrontare sul campo riguarda gli scavi e la predisposizione dei corrugati, al quale seguirà il rinterro e una successiva ripianatura del terreno. Trattandosi di un giardino, gli scavi devono essere fatti ad almeno 80 cm di profondità, per permettere una successiva lavorazione del terreno, in totale sicurezza, senza il pericolo che qualche circuito venga tranciato. «In questa fase, uno degli argomenti più dibattuti con la figura degli architetti – ci confida l’Ing. Forte – è quella riguardante l’uso dei pozzetti. Generare più pozzetti in giro per il giardino ci dà la possibilità di non fare delle lunghe tratte di corrugato, il che consente in caso di interruzione di una dorsale di individuarla facilmente e cambiarla. In questo giardino, ad esempio, ci sono 10 pozzetti, tutti nascosti in mezzo all’erba».
Il cliente e la tecnologia
Il primo tassello da poggiare sul tavolo che comporrà il puzzle completo è l’ascolto delle esigenze del cliente. «Come tutte, questa è una fase importante – ci dice l’Ing. Giuseppe Forte – durante la quale si instaura il rapporto con il cliente. È questo il momento in cui vengono esposti tutti gli ingredienti che inevitabilmente devono trovare l’incastro giusto per la buona riuscita dell’impianto: esigenze, budget, tempistica, ecc. Succede spesso, però, che il cliente all’inizio non conosce molto la tecnologia della quale ha bisogno; poi, man mano che andiamo avanti nell’installazione, impara e decide di implementare. È un po’ come se, seguendo i lavori, facesse un corso accelerato sui dispositivi che possono permettergli una migliore gestione dell’abitazione, ne capisce le potenzialità e inizia a scegliere e proporre quelli che ritiene più congeniali alle proprie esigenze». Gli fa eco il parere di Nello Coppola, fondatore di Miele&Musica: «a volte il committente non ha la cultura necessaria per poter capire le potenzialità della tecnologia, non sempre ha la padronanza del mezzo fino in fondo. Per questa ragione, oggi si tende a realizzare degli impianti abbastanza ripetitivi ed omologati e sono poche le cose realizzate che possiamo chiamare emblematiche».
Fase installativa: un salto sul campo
L’impianto audio
«I diffusori sono stati predisposti in modo perimetrale – ci spiega l’Ing. Forte. Ce
ne sono 4, uno per ogni angolo del giardino e, avendo una guida d’onda
omnidirezionale, riescono a diffondere il suono a 360°. Con una
disposizione del genere riusciamo a coprire ogni zona del giardino. Non
solo, l’impianto è stato già predisposto per l’aggiunta di ulteriori
diffusori, qualora il cliente decidesse allargare il perimetro del
giardino acquisendo ulteriori spazi nei quali diffondere l’audio. In
questo caso, come è visibile nell’immagine di fianco riportata, le casse
audio utilizzate sono Soundtube XT 850. A pilotare questi diffusori,
nel locale tecnico, sono predisposti un pre e un finale, utili
unicamente per la parte di potenza. Il segnale, invece, viene gestito da
un lettore multimediale Sonos, che accede ai contenuti liquidi, che
vengono gestiti dall’iPad tramite l’interfaccia Sonos».
Le luci
«L’impianto elettrico è di tipo centralizzato, quindi ogni linea luci arriva nel rack – prosegue Giuseppe Forte. Sono
16 i circuiti progettati solo per l’esterno. All’interno del rack si
trova un sistema Vantage, quindi con processore, alimentatore, dimmer e
stazione relè. In questo caso, le linee che sono espressamente on/off,
quindi non dimmerate, sono gestite da un modulo relè; per tutte le linee
dimmerabili, invece, esistono dei dimmer sia per i carichi induttivi
che per quelli capacitivi. I carichi induttivi in questo caso sono nella
piscina, per i fari posizionati sott’acqua. Tutti gli altri sono
carichi standard, con luci alogene a basso consumo.
Tutti gli scenari vengono gestiti singolarmente dall’iPad.
L’impianto di illuminazione funziona anche in assenza di corrente; nel
rack, infatti, esiste un UPS, che riesce a dare energia sia ai circuiti
esterni d’illuminazione, che all’audio e alle telecamere. Fra l’UPS e il
sistema Vantage c’è una comunicazione bidirezionale quindi è sempre
possibile sapere quanto è la carica dell’UPS e, in mancanza di corrente,
tramite un ingresso programmato sul sistema Vantage e con una buona
distribuzione dei carichi, è possibile far funzionare l’intero impianto
per circa due ore. Cosa succede dopo? Lo step successivo è stato quello
di dare spazio una logica prioritaria. Per aumentare virtualmente la
durata dell’UPS è stata programmata una logica di distacco carichi
sequenziale, quindi man mano che la carica diminuisce, il sistema inizia
a distaccare i primi carichi, dando la priorità solamente a qualche
circuito per sostenere più a lungo l’emergenza e garantire la visibilità
ai luoghi fondamentali quali la discesa del garage, gli ingressi
principali e la parte perimetrale. In questo modo, il sistema riesce a
garantire una funzionalità di addirittura tre ore».
La stanza dei bottoni
«Nel nostro caso, il locale tecnico presenta, alle spalle del
quadro elettrico, un cavedio con una cassetta nella quale confluiscono
tutti i corrugati provenienti dall’esterno, compreso un corrugato di
collegamento da 80 mm pensato per una futura connessione tra il locale
tecnico principale ed un secondo locale da posizionare eventualmente
all’esterno. Il locale tecnico al momento è progettato per l’esterno, ma
in previsione futura il PC potrà fare da server anche per la casa.
Solitamente il locale tecnico è climatizzato, ma in questo caso le mura
sono talmente spesse da mantenere il locale ad una temperatura costante.
Non c’è sempre la fortuna di avere un locale tecnico dedicato, perché
capita di arrivare in un momento nel quale la casa è già stata divisa e
non si può ricavare il locale oppure il cliente non ne vuole proprio
sapere di avere una stanza esclusivamente dedicata a quel tipo di
strumentazione. In quel caso le apparecchiature devono essere dislocate
nell’abitazione; esistono dei rack, ad esempio, che possono essere
nascosti in armadi o luoghi simili. Ovviamente, bisogna tenere conto dei
fattori che incidono nella buona realizzazione dell’impianto: in una
sala cinema, ad esempio, non posso pensare di collegare un amplificatore
al rack, facendo fare 60 m di tratta ad un cavo di potenza; la
conseguenza è una perdita di segnale e di qualità».
I cavi
«I cavi utilizzati in questo giardino sono ignifughi – ci spiega l’Ing. Forte – a
doppia schermatura e 4 conduttori interni. Di solito per lunghe
distanze utilizziamo cavi twistati che andiamo ad unire per
soppressione del rumore di modo comune. Solitamente, chi prepara
manualmente le tracce per i cavi è un impiantista, al quale consegniamo
il progetto, che segue alla lettera per la realizzazione del tracciato.
Anche questa figura costituisce un tassello importante nella
realizzazione dell’impianto, e non si tratta di un semplice
elettricista, ma di impiantista di automazione di supervisione e
controllo, il che implica sapere come si cabla un rack, piuttosto che un
quadro elettrico con delle apparecchiature particolari».
Collaudo in manual override del sistema
Dal momento in cui viene effettuata
l’installazione di tutto il sistema, prima di scaricare alcuna
programmazione all’interno del processore, tutti i circuiti vengono
provati uno ad uno per verificare se esiste qualche dispersione sulle
singole linee e controllare che i carichi siano corretti. «Nel
nostro caso sono stati sedici i circuiti necessari al completamento
della rete e, come facciamo di default, abbiamo effettuato quello che
noi chiamiamo collaudo a freddo del sistema, ovvero in manuale, per poi
passare alla fase di programmazione».
L’assistenza
«Solitamente noi facciamo un contratto di assistenza tarato su
una quota annuale che garantisce al cliente un numero minimo di
interventi nel cantiere. In cosa consiste l’intervento? Nel fare una
revisione completa dell’impianto, vedere se tutto procede per il meglio
ed eventualmente intervenire su tutto ciò che presenta qualche difetto.
Di solito utilizziamo prodotti che hanno una garanzia che può andare dai
due ai cinque anni. Ad ogni modo, oltre agli anni di garanzia dei
prodotti, noi assicuriamo sempre un intervento sul cantiere. Ovviamente,
questa presenza ha un costo che è rapportato alla grandezza e alla
complessità dell’impianto. Non solo, ai nostri clienti offriamo sempre
un’assistenza telefonica gratuita».
Tempistica
«Il tempo a volte diventa biblico, non per problemi nostri, ma
per l’avvicendamento di figure professionali con le quali dobbiamo
interagire che inevitabilmente provoca ritardi nella tabella di marcia
del lavoro. Materialmente, dal momento in cui iniziamo a lavorare sul
cantiere, possiamo impiegare dai 20 ai 30 giorni per la consegna di un
impianto del genere».
Intervento post installativo
Il primo intervento post installativo, dovuto ad un’ulteriore
richiesta del cliente, è stato fatto per espandere la memoria delle
registrazioni video prodotte dalle telecamere. «Un intervento classico – afferma l’Ing. Forte – che
spesso i nostri clienti ci chiedono nella fase immediatamente
successiva alla prima installazione. In questo caso, per aumentare i
giorni di registrazione e avere una memoria sufficiente anche per
l’audio ho dovuto aumentare la memoria di massa. Per cui si è passati da
un registrato di una settimana, in streaming ad alta definizione su
quattro telecamere, ad un periodo complessivo di un mese. L’esigenza è
dovuta ai continui viaggi che il proprietario sostiene per lavoro, che
lo costringono a lunghi periodi di assenza. Pertanto, l’intervento è
stato fatto sul server e lo storage è stato portato da 6 a 9 tera.
Questo ha comportato smontare il pc dal blocco, aprirlo e controllare
quanta predisposizione c’era per gli hard disk e di quanti canali Serial
ATA potevo disporre. Infine, li ho riempiti tutti e ho fatto una
configurazione raid per avere la possibilità di una ridondanza e quindi
una maggiore sicurezza sui dati».
Dall’esterno all’interno
Superata la prova e visti i risultati, a lavori ancora in corso, il
committente ha chiesto la realizzazione di un impianto anche per
l’interno: «Capita spesso che il cliente rimanga contento nel vedere quanto desiderato e decida di fare delle cose nuove – conclude Giuseppe Forte. In
questo caso, l’idea è quella di ‘proiettare’ all’interno
dell’abitazione la situazione creata in esterna, realizzando quindi un
impianto gestito tramite Sonos. Visto che tutte le stanze saranno
servite sia da una rete wifi che da una rete cablata sarà possibile
collegare le apparecchiature, così come sarà possibile gestirle in wifi
tramite l’iPad».
Si ringrazia Miele&Musica per la collaborazione
Tel/Fax 0825 26507 – www.mielemusica.com
Nello Coppola e il mercato
«Ho iniziato con molta passione la mia professione, utilizzando un approccio alla materia che definirei quasi ‘filosofico’.Oggi , l’amore per il design e la tecnologia, sempre più si scontra con un settore che sovente stenta a riconoscere la professionalità di chi lo anima. In Italia, a differenza dei paesi anglosassoni , si tende a non scindere gli oneri professionali dalla semplice vendita di prodotti: i professionisti del settore hanno il timore che gli stessi oneri professionali non vengano riconosciuti dalla committenza. Ciò rappresenta un gap culturale che non può e non deve costituire un freno alla crescita economica di una azienda. Il margine di contribuzione relativo ai nostri prodotti, oggi si è ridotto fino a diventare irrisorio. L’unica via d’uscita è il riconoscimento della professionalità e conseguentemente dei servizi offerti. Credo sia un errore anche cullarsi esclusivamente sui proventi della programmazione, in quanto le apparecchiature tenderanno sempre di più alla semplicità del ‘plug & play’. È indispensabile dunque iniziare a studiare il ‘modus comunicandi’ così da attrarre le nuove generazioni, incontrare quanti a breve decideranno di costruire o ristrutturare la propria abitazione o comprare un impianto, ma che, a differenza della nostra generazione, sono nati nell’era del Tablet , dei social network , della comunicazione web 2.0. Mi piace immaginare un settore, il nostro, dove intorno ad un tavolo di discussione si possa dare vita ad un forum live nel quale confrontarsi in maniera costruttiva e capire tutti come approntare nuove strategie di network. A mio parere è giunto il tempo di badare meno ai virtuosismi tecnici che ogni struttura simile alla nostra tende ad esprimere. Al contrario , è opportuno interrogarsi su regole di marketing, comunicazione e su quali possano essere modelli efficaci di strategie commerciali».