Una grande area industriale dismessa si trasforma in museo a cielo aperto grazie
alle opere dell’artista digitale Franz Cerami che sfrutta la videoproiezione per
illuminare edifici e strutture dell’ex polo siderurgico. Integrazione a cura di Service
2 Service, tecnologie Epson.
Far rivivere edifici di archeologia industriale, trasformandoli, grazie alla videoproiezione, in enormi “tele a cielo aperto”. Stimolare la riflessione su luoghi che per decenni sono stati il cuore pulsante dell’industria siderurgica italiana e fonte di lavoro per migliaia di persone e oggi sono aree dismesse, buchi neri ai margini delle città. Questo il concept che sta alla base di Lighting Flowers Bagnoli, progetto ideato da Franz Cerami, artista di fama internazionale, e promosso dal Commissario Straordinario per Bagnoli e dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, in collaborazione con Invitalia Spa. Il percorso prevede quattro tappe, l’ultima delle quali, la più spettacolare, consiste in otto imponenti installazioni; qui la videoproiezione anima con graffiti digitali altrettanti edifici dismessi.
Il system integrator Service 2 Service, con il quale l’artista ha ormai un rapporto consolidato, ha suggerito senza esitazione l’utilizzo dei videoproiettori Epson, scelti non solo per la luminosità e la precisione colorimetrica, ma anche per la maneggevolezza e un rapporto ottimale tra consumi ridotti e prestazioni di alto livello.
Ne parliamo con l’artista Franz Cerami e con Iron Italiani e Flavio Urbinati, rispettivamente CEO e responsabile tecnico di Service 2 Service.
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La sfida: dare nuova vita a un’area industriale dismessa grazie alla videoproiezione
Prima di addentrarci nei dettagli artistici e tecnici di Lighting Flowers Bagnoli, introduciamo Franz Cerami, visual artist di fama internazionale e docente di Retorica e Digital Storytelling del Patrimonio Culturale presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Cerami entra subito nel vivo, raccontandoci il suo metodo di lavoro: «Per le mie opere utilizzo essenzialmente tre linguaggi: grafite e pittura a olio, painting digitale e videoproiezione. Mi piace combinare le tre tecniche, creando pitture animate, che sono prima disegnate su carta, poi trasposte su software e infine proiettate in mapping su “tele” che possono essere ora la facciata di un palazzo, ora un passaggio ferroviario, un tunnel, un pilone dell’autostrada, il soffitto di un museo, una chiesa e così via. Non ho utilizzato la parola “tela” a caso, perché per me le superfici di proiezione sono importanti tanto quanto le immagini proiettate, interagiscono con esse e fanno parte dell’opera».
Ogni opera di Cerami mescola in modi diversi disegno su carta e tecnologia, ma c’è un aspetto del modo di lavorare dell’artista che non cambia mai e che Cerami riassume così: «Lavoro molto con le tecnologie, però non voglio che la tecnologia decida per me. La tecnologia deve essere al servizio del linguaggio artistico, e non viceversa».
Chiediamo a Franz Cerami come è nata l’idea di Lighting Flowers. «Lighting Flowers nasce da una spinta emozionale. Quando ero piccolo, mio nonno aveva un’azienda nella periferia orientale di Napoli. Erano gli anni Settanta e, quando lo accompagnavo, c’erano ancora i segni del bombardamento della Seconda guerra mondiale; c’erano palazzi diroccati, fabbriche abbandonate. Io, che ho sempre disegnato molto, guardavo attraverso il finestrino questi edifici e immaginavo delle linee animate, dei colori. Pensavo che avrei voluto colorare una finestra, far apparire delle linee su un palazzo. Divenuto adulto ho iniziato a ragionare sul tema della periferia e ho ritrovato quel vecchio sogno di bambino. Spesso non abbiamo cura delle periferie: non abbiamo cura dello spazio, delle infrastrutture, del verde e della luce. La luce soprattutto. Le periferie sono generalmente o luoghi terribilmente bui, come buchi neri ai margini della città, oppure luoghi estremamente illuminati, con una luce forte, violenta, autostradale; una luce che serve a controllare le persone piuttosto che a rendere degli ambienti piacevoli.
Servono proiettori di qualità, con lumen sufficienti, un buon nero e un’ottima capacità di contrasto e che non siano troppo ingombranti o energivori. Solo così, e grazie alla competenza dei tecnici che mi accompagnano, riesco a lavorare a progetti artistici di questo tipo
F. Cerami
Quando pensiamo a una serata con qualcuno che amiamo, pensiamo a una cena a lume di candela, usiamo una luce morbida, che rasserena gli animi. Ecco, se noi vogliamo costruire delle città davvero sostenibili, dobbiamo pensare che il centro e la periferia devono comunicare, devono stare bene insieme. E un modo per armonizzare queste due aree, è lavorare sulla luce.
Muovendo da questa idea, otto anni fa ho creato le prime installazioni, proprio nella periferia orientale di Napoli; da lì mi sono spostato a Roma, poi in Armenia e in Russia, dove ho creato una delle prime opere di Lighting Flowers. L’idea di far tornare in vita l’archeologia industriale con la videoproiezione ha riscosso sempre più successo, e sono stato chiamato a Lisbona, a Palermo nel quartiere Zen, a Pesaro, a San Pietroburgo, a San Paolo in Brasile».
E infine Bagnoli.
«Sì, infine Bagnoli. Il Commissario Straordinario per Bagnoli, nonché Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi voleva Lighting Flowers a Bagnoli, come simbolo di un più ampio progetto di rigenerazione urbana che riguarderà quell’area, oggi dismessa, che per anni ha scandito il ritmo di vita per migliaia di famiglie. Volevano un intervento di arte pubblica, che illuminasse quegli spazi bui, che permettesse alle persone di entrarci e riappropriarsene: il progetto Lighting Flowers era perfetto allo scopo.
Abbiamo quindi iniziato a ragionare su quali potessero essere gli edifici più adatti per fare da tela alle mie opere e ne abbiamo selezionati otto. Per permettere alle persone di spostarsi in sicurezza dentro l’area dismessa, la struttura del Commissario di Governo ha trovato un partner nella compagnia di autobus turistici City Sightseeing Napoli».
I siti delle otto installazioni luminose sono:
Officina meccanica
Torre di spegnimento
Acciaieria
Palazzina uffici
Impianto di Trattamento acqua 1 e 2
Altoforno
Sezione triangolare altoforno
Il percorso attraverso questi enormi edifici, illuminati dalla videoproiezione, è solo una delle quattro esperienze di Lighting Flowers Bagnoli, di certo la più spettacolare. Le altre tre attrazioni sono: un ambiente nel quale, attraverso lightbox (foto retroilluminate), pannelli esplicativi e foto di backstage, si racconta la nascita del progetto; un’esposizione di trenta opere fotografiche modificate a olio e grafite; un documentario sulla storia di Lighting Flowers nel mondo.
Nella realizzazione del suo progetto, Franz Cerami ha avuto fin dall’inizio al proprio fianco un alleato fidato nei professionisti di Service 2 Service, con cui da anni gira il mondo. Un rapporto che, da professionale, è diventato anche di amicizia, cementato dai chilometri percorsi e dalle notti insonni passate a cercare soluzioni per realizzare videoproiezioni in situazioni spesso estreme. Un altro alleato sono le macchine scelte per proiettare, le quali, come spiega Cerami, «devono avere grande qualità, molti lumen, un buon nero e un’ottima capacità di contrasto, il tutto senza risultare troppo ingombranti, pesanti o energivore. Con i proiettori adeguati, con molta pazienza e grazie alla competenza dei tecnici che mi accompagnano – prosegue – riesco a lavorare con precisione millimetrica su pareti irregolari, che alternano vetro, cemento e tubi di ferro e che non si limitano a fare da sfondo alle mie immagini, ma le trasformano, le fanno proprie, si fondono con esse».
La soluzione: videoproiettori leggeri e luminosi, maneggevoli e potenti
Diamo allora la parola a Iron Italiani, CEO di Service 2 Service, per conoscere l’azienda ed entrare nel dettaglio delle installazioni realizzate per Lighting Flowers Bagnoli. «Service 2 Service è un noleggiatore terzo, specializzato nel settore della videoproiezione. Ma è anche molto di più: da sempre, infatti, offriamo al cliente consulenza nella scelta dei prodotti, nella progettazione e nell’installazione. Credo che sia questo che un artista come Franz Cerami ha apprezzato fin da subito in noi, fino a chiederci di diventare veri e propri collaboratori nell’ambito dei suoi progetti.
Per noi è stato un onore accettare, anche perché l’arte visiva, soprattutto quella legata al video mapping per eventi temporanei outdoor, è proprio il settore in cui vorremmo espanderci maggiormente. Lavoriamo con videoartisti importanti, che non si accontentano di un semplice service, ma chiedono consulenza tecnica di alto livello e creatività, che sono le nostre caratteristiche distintive».
Di Lighting Flowers Bagnoli, Iron Italiani dice che è stato «probabilmente uno dei lavori più impegnativi tra quelli che abbiamo realizzato, sia dal punto di vista logistico sia dal punto di vista della performance richiesta ai videoproiettori».
Questo è stato probabilmente uno dei lavori più impegnativi tra tutti quelli che abbiamo realizzato, sia dal punto di vista logistico sia dal punto di vista della performance richiesta ai videoproiettori
I. Italiani
Ma per i dettagli preferisce lasciare la parola a Flavio Urbinati, che in Service 2 Service si occupa della realizzazione tecnica dei progetti e che ormai da cinque anni è diventato il tecnico di fiducia di Franz Cerami. Ascoltiamo allora da Urbinati quali sfide poneva il sito di Bagnoli. «La prima difficoltà – ci dice –, riguardava l’alimentazione delle macchine, poiché, trovandoci a lavorare nel cuore di un’area dismessa, non potevamo contare sulla rete elettrica tradizionale. Si trattava quindi di realizzare un’installazione autonoma sul piano energetico. Abbiamo quindi optato per due generatori in grado di garantire l’alimentazione durante le quattro ore dello show, ma per noi questo non era sufficiente: nelle restanti ore del giorno e della notte, infatti, avevamo bisogno di tenere alimentata la rete VPN, mediante la quale assicurarci che le varie torri fossero connesse tra loro e che i proiettori fossero pronti ad accendersi al momento opportuno. Abbiamo ottenuto questa energia ulteriore grazie a batterie agli ioni di litio da 3 kWh, che durante lo show si ricaricano e ci garantiscono 36 ore di autonomia. E questo – aggiunge Urbinati – è già un primo argomento a favore della scelta dei videoproiettori Epson, che, oltre alla luminosità e maneggevolezza che tutti gli riconoscono, hanno un rapporto tra prestazione e consumo che secondo noi è il migliore sul mercato: per questo, in una situazione complessa dal punto di vista energetico come quella dell’ex polo siderurgico di Bagnoli, la scelta di Epson è stata quasi automatica».
Una location che mette a dura prova le skill del system integrator
Trovata la soluzione al problema di alimentare le macchine, le sfide non erano affatto finite; si trattava, infatti, di trovare i punti migliori in cui posizionare le torri Layher destinate a ospitare i proiettori, cercando il miglior compromesso possibile tra diverse esigenze:
individuare superfici di proiezione stimolanti dal punto di vista artistico;
verificare se, nei pressi di queste superfici, fosse logisticamente possibile posizionare una torre;
realizzare, con uno o più proiettori, un mapping che soddisfacesse le esigenze dell’artista e ‘aggirasse’ le difficoltà poste da superfici irregolari, spesso diroccate, costituite da cemento, vetro e metallo.
Iron Italiani racconta: «Flavio ed io, insieme a Franz Cerami, abbiamo cercato la soluzione migliore per ciascuna delle otto installazioni che i visitatori incontrano percorrendo con l’autobus il sito di Bagnoli. Abbiamo attinto a piene mani al catalogo Epson sia per quanto riguarda i proiettori (sette EB-PU2220B, tre EB-L25000U, un EB-L20000U e tre EB-L1755U) sia per quanto riguarda le ottiche (modelli vari di ottiche non a specchio).
Abbiamo scelto di non descrivere ciascuna installazione, ma di raccontarvi in modo dettagliato – in rappresentanza del lavoro fatto – la più complessa e spettacolare, ovvero quella utilizzata per illuminare l’edificio un tempo adibito ad acciaieria.
In questo caso la torre Layher sostiene e protegge quattro proiettori Epson EB-PU2220B con ottiche ELPM15 (rapporto di tiro 1,57-2,56:1), due in blending e altri due, posizionati sopra i primi, in stacking, tutti da ventimila lumen. Dovevamo proiettare su una superficie costituita da strutture reticolari in metallo arrugginito, che assorbono moltissima luce. Abbiamo superato il problema grazie a una resa del colore molto vicina come intensità luminosa a quella del bianco. Aggiungo – prosegue Italiani – che Epson negli ultimi anni ha lavorato tantissimo per esaltare al massimo i punti di forza della tecnologia 3LCD – ovvero la nitidezza dell’immagine e una resa perfetta nella gamma del verde, blu e bianco – e minimizzare i suoi punti di debolezza – ovvero una resa leggermente inferiore nella gamma dei rossi e dei neri, cosa che nel EB-PU2220B non avviene. Senza contare che l’ingombro e il peso della macchina sono davvero minimi, e l’efficienza energetica secondo noi non ha rivali sul mercato».
Abbiamo scelto Epson per la luminosità dei suoi proiettori, la colorimetria, la maneggevolezza, ma anche, se non soprattutto, per un rapporto tra prestazione e consumo che è senza paragoni il migliore sul mercato
F. Urbinati
Flavio Urbinati aggiunge un’ulteriore nota a favore di questi proiettori: «Hanno un sistema di scheduling che permette loro di gestire autonomamente accensione e spegnimento, grazie a un real time clock interno molto affidabile. Quando inizia lo show, i proiettori che abbiamo installato si accendono da soli, per spegnersi alla fine, sempre grazie al proprio orologio interno: con la nostra rete VPN noi monitoriamo solo che ci sia energia e che tutto funzioni».
Nel caso dell’acciaieria, la torre Layher contiene anche un processore, che divide il segnale 4K originario in quattro segnali full HD destinati ai quattro proiettori. La stessa soluzione è stata utilizzata in un’altra delle otto postazioni, mentre nelle restanti sei c’è un proiettore singolo, con accanto il proprio player Bright Sign.
La collaborazione tra artista e system integrator
Proiettare su edifici di un’area industriale dismessa non crea problemi solo dal punto di vista della luminosità: anche ottenere un blending perfetto risulta estremamente difficile, avendo come superficie di proiezione tubi, vetrate, reticoli di metallo, mattoni e così via.
«Per superare questa ennesima sfida – dice Iron Italiani – è stata fondamentale l’intesa tra noi integratori e l’artista. Franz Cerami, infatti, sa che deve realizzare immagini adatte a essere proiettate su superfici estremamente irregolari, mentre noi, sfruttando al massimo la qualità del videoproiettore e delle ottiche, cerchiamo di abbracciare completamente con la luce le varie superfici, dosando i pieni e i vuoti a seconda delle richieste dell’artista e a volte persino suggerendogli soluzioni alternative».
Questo è possibile quando tra artista e integratore esistono comunione d’intenti, reciproca fiducia e stima professionale, una stima nata sul campo e trasformatasi nel tempo in una sincera amicizia.
Persone intervistate
Franz Cerami,
Artista digitale
Iron Italiani,
CEO, Service 2 Service
Flavio Urbinati,
Responsabile tecnico Service 2 Service
Link utili
http://lightingflowers.com | franzcerami.com | service2service.it | epson.it
Lighting Flowers Bagnoli: la videoproiezione illumina l’ex polo siderurgico