Lo studio 10 della sede di Milano, cuore pulsante di Sky TG24, già rinnovato nel 2017, alza ora ulteriormente l’asticella dell’innovazione tecnologica; tra le nuove soluzioni uno SkyWall realizzato con 84 monitor Sharp/NEC con una cornice bezel-to-bezel di soli 0,88 mm.
Nel 2022 lo studio 10 compie un ulteriore e decisivo passo in avanti, la cui portata può essere compresa facilmente leggendo alcune cifre: 318 metri di nuova pavimentazione (un parquet dal colore caldo e accogliente), 180 nuovi proiettori per l’illuminazione, di cui 25 motorizzati, una postazione di conduzione che può ospitare fino a sei persone e che può ruotare di 180 gradi, in modo da consentire un totale ribaltamento della scena, 6 telecamere capaci di spostarsi automaticamente in base a set preimpostati, per una memoria totale di 380 memorie di inquadrature, 84 monitor Sharp/NEC di ultima generazione per formare le tre pareti dello SkyWall.
In questo case study daremo particolare attenzione proprio al nuovo SkyWall che, grazie all’incredibile sottigliezza delle cornici (meno di 1 millimetro bezel to bezel), annullano di fatto la separazione tra un monitor e l’altro e, di conseguenza, annullano la percezione stessa dei monitor, lasciando posto solo alle immagini, che sembrano nascere direttamente dentro lo studio.
È questa, infatti, la filosofia di Sky TG24: protagonista dei programmi è la notizia stessa e ogni altro aspetto, tecnologico, scenografico o narrativo, esiste solo in funzione di essa.
Ne parliamo con Francesco Venuto, Regista e Responsabile dell’area News Directing di Sky TG24 e con Piero Strada, Responsabile Tecnico di Eletech Srl, società di riferimento nel campo del rental e dell’integrazione, che si è occupata della fornitura e dell’installazione dei monitor (gestita all’interno da Carlo Montesi, Responsabile studio Skywall, SKY TG24).
L’occhio dello spettatore non coglie i monitor nella loro fisicità, bensì le immagini e i dati che essi trasmettono, come se lo studio fosse, letteralmente, ‘fatto di notizie’ – F. Venuto
La sfida: mettere la tecnologia al servizio della notizia
Nello studio 10 della sede di Milano di Sky TG24 la tecnologia e l’automazione sono così avanzate che, letteralmente, scompaiono, lasciando in primo piano solo la notizia. È questo il messaggio principale che emerge dalla lunga e interessantissima intervista che ci ha rilasciato Francesco Venuto, Regista e Responsabile dell’area News Directing di Sky TG24. «Lo studio 10 – ci dice –, già con il rinnovo del 2017 e oggi ancora di più, riflette alla perfezione la mission di Sky TG24: un ambiente semplice ed essenziale, dominato da un pavimento dai colori caldi, con arredi ridotti al minimo e una tecnologia così avanzata da non essere quasi percepibile. Nonostante, infatti, lo studio contenga oggi tre pareti di SkyWall, costituito da 84 monitor di ultima generazione, un DigiWall touch e un ledwall sotto il banco di conduzione, l’occhio dello spettatore non coglie i monitor nella loro fisicità, bensì le immagini e i dati che essi trasmettono, come se lo studio fosse, letteralmente, ‘fatto di notizie’».
Come si è svolto il rinnovamento dello studio? «Ci sono state due fasi principali – ci spiega Venuto –: la prima ha riguardato la scenografia, con la posa della nuova pavimentazione e la costruzione degli arredi, caratterizzati dai colori caldi del legno; in questa fase si è rivelato fondamentale l’aiuto di Fabio Colasanti, Art director di Sky TG24. La semplicità degli arredi si sposa con un livello di automazione che rende oggi lo studio 10 uno dei più avanzati d’Italia e d’Europa. La seconda fase del lavoro – prosegue Francesco Venuto – ha riguardato la parte tecnologica e in particolare quello che in gergo noi chiamiamo ‘show design’, ovvero la programmazione di tutti i movimenti che ogni elemento dello studio (telecamere, luci, immagini e gli stessi desk di conduzione) deve effettuare quando si passa da un programma all’altro del palinsesto e spesso anche nell’ambito dello stesso programma. Abbiamo studiato venti diversi set».
Chiediamo a Francesco Venuto se può farci un esempio di ciò che accade nel passaggio da un set all’altro. «Il passaggio più ‘spettacolare’ – ci risponde – è quello tra la fine del programma Mondo e l’inizio del TG delle 20 (che noi chiamiamo ‘TG reverse’ il cui fronte di ripresa è ribaltato di 180 gradi rispetto alle altre edizioni): in tre minuti, coincidenti con il blocco pubblicitario che separa i due programmi, tutte le telecamere si spostano automaticamente e vanno a occupare quella che di norma è l’area di conduzione; contemporaneamente anche le luci cambiano e alcune di esse si muovono per andare a eliminare le ombre che producono le telecamere nella loro nuova posizione; si accendono nuovi microfoni e lo stesso desk di conduzione ruota di 180 gradi. Tutto in modo automatico. Alla fine del blocco pubblicitario, ci troviamo sempre nello stesso studio, eppure lo spettatore percepisce due ambienti completamente diversi».
Anche lo SkyWall è programmato per adeguarsi ai diversi set? «Naturalmente sì – risponde Venuto –: lo SkyWall è l’elemento più importante di tutto lo studio ed è grazie a quello che lo spettatore può vivere un’esperienza immersiva che lo porta dentro la notizia. Ogni volta che passiamo da un set all’altro, si modifica anche la posizione delle immagini sullo SkyWall, in modo che i contenuti più importanti (mappe, numeri, cartelli informativi) siano bilanciati ripetto alle inquadrature del set specifico». Approfondiamo allora il discorso sullo SkyWall: come viene gestito a livello editoriale? Perché si è deciso di sostituire i monitor e quali sfide ha presentato l’installazione del nuovo videowall all’integratore?
La soluzione: uno SkyWall nel quale la separazione tra i monitor è impossibile da vedere
«L’elemento principale che ha portato Sky a scegliere i nuovi monitor NEC MultiSync UN552S da 55 pollici, dopo aver valutato brand alternativi – spiega Piero Strada, responsabile tecnico di Eletech srl – è lo spessore estremamente sottile delle cornici. I monitor installati cinque anni fa, anch’essi NEC, erano da ogni punto di vista soddisfacenti, ma tra uno e l’altro c’era una cornice di circa 3 millimetri, mentre i nuovi monitor, oltre a offrire una colorimetria ancora più performante, hanno una distanza, bezel to bezel, di 0,8 millimetri: questo significa che, studiando opportunamente le inquadrature, la divisione tra un monitor e l’altro letteralmente scompare, per lasciare posto solo all’immagine».
«Studiamo le inquadrature – aggiunge Francesco Venuto – in modo da aumentare ulteriormente questo effetto e inoltre cerchiamo di inquadrare sempre anche porzioni di arredo ligneo che, insieme al sapiente uso delle luci, danno allo spettatore una sensazione di calore e vicinanza».
Ma quanto è difficile installare 84 monitor con una cornice così sottile? Lo chiediamo a Piero Strada, che ci illustra anche le caratteristiche principali di questa azienda di riferimento nel rental e nell’integrazione di tecnologia video.
«La presenza sul mercato di Eletech – dice Strada – risale al 1988: il nostro core business ruota attorno gli eventi multimediali aziendali dove mettiamo al servizio la nostra competenza nella tecnologia video; per quanto riguarda l’audio ci appoggiamo a partner fidati, in modo da garantire ai nostri clienti un pacchetto completo. Siamo in grado di offrire sia un’installazione chiavi in mano sia il cosiddetto ‘noleggio passivo’. Lavoriamo con Sky da oltre otto anni e siamo fornitori storici di diversi broadcaster. Ci siamo occupati anche della precedente installazione presso lo studio 10 di Sky TG24, quella del 2017, utilizzando una configurazione che si è rivelata molto efficace e che infatti abbiamo confermata anche nella nuova installazione: i monitor sono gestiti a gruppi di quattro (2×2) tramite un segnale SDI proveniente dal server di Sky. Il server si occupa di combinare diverse porzioni di immagine, ciascuna delle quali occupa quattro monitor. In questo modo otteniamo il massimo della qualità su ogni porzione del videowall».
Un’installazione complessa, portata a termine grazie all’abilità dei tecnici
«Per non gravare troppo sulla soletta dello studio – ci racconta Strada – tutta la struttura portante è stata realizzata in alluminio, montando ciascuno degli 84 monitor su staffe a pantografo, così da poterli estrarre rapidamente in caso di sostituzione. Tutto questo, ci tengo a sottolinearlo, è stato possibile anche grazie alla società PMQ Srl, direzione tecnica di Guido Valla, nostro partner per la fornitura di strutture, che vorrei ringraziare perché spesso ci aiuta a trovare soluzioni ottimali in condizioni complesse».
E la cornice sottile? Se da un lato rende perfetta l’immagine sullo SkyWall, dall’altro renderà i singoli monitor più fragili. «Un monitor con una cornice di 0,8 millimetri – risponde Piero Strada – non può avere la stessa resistenza di uno con una cornice di 3 millimetri. E inoltre ci siamo trovati ad affrontare una difficoltà ulteriore, dovuta al fatto che le pareti dello SkyWall non sono esattamente piane, ma hanno una curvatura di circa un grado. Tuttavia, la qualità di fabbricazione dei monitor NEC è talmente elevata che siamo riusciti a montarli tutti e 84 praticamente senza inconvenienti: in questo ci sono state di grande aiuto le staffe a pantografo di PMQ, che possono essere regolate con precisione millimetrica. Abbiamo dovuto concordare con Sky la possibilità di lasciare comunque uno spazio, sia pur minimo, tra un monitor e l’altro (uno spazio da cui passa a malapena un foglio di carta, per intenderci), altrimenti sarebbe risultato impossibile eseguire le sostituzioni senza danneggiare il prodotto».
Strada aggiunge una curiosità: «Prima di installare i nuovi monitor, abbiamo dovuto smontare quelli installati nel 2017, dei quali abbiamo testato il funzionamento: ebbene, abbiamo scoperto che in cinque anni avevano accumulato circa 42mila ore di attività ed erano ancora pressoché perfetti dal punto di vista della colorimetria, segno dell’altissima qualità dei monitor NEC (considerando anche il fatto che questi monitor sono gatantiti 24/7 per un utilizzo di 3 anni, che corrisponde a circa 25mila ore)».
Vi siete occupati voi di uniformare la colorimetria e il livello del bianco dei nuovi monitor?
«Si tratta di un servizio che normalmente garantiamo al cliente – risponde Strada – ma nel caso di questa installazione, Sky ha preferito gestire questo aspetto in autonomia, sia perché ha tecnici in grado di farlo sia perché NEC mette a disposizione dei propri clienti il software dedicato Display Wall Calibrator. Inoltre, la colorimetria può essere gestita anche da ogni monitor dotato di sensore; abbiamo anche un altro software di NEC (Naviset) con il quale, invece, si possono gestire i monitor da remoto, purché siano collegati in rete. Anche durante la messa in onda dei vari programmi i registi di Sky TG24 utilizzano il software Display Wall Calibrator per modifiche e correzioni dell’ultimo minuto». Ricordiamo peraltro – a proposito di registi – che i monitor della regia di Sky TG24 sono anch’essi firmati Sharp/NEC.
LE DIMENSIONI DELLO SKYWALL
Lo SkyWall è composto da tre pareti, due da sei metri per tre e una da dodici metri per quattro, per un totale di ottantaquattro metri quadrati. Una superficie enorme sulla quale presentare allo spettatore i contenuti editoriali. La precedente installazione prevedeva novantacinque monitor distribuiti su tre pareti (due da 6×4 e una da 6×12 metri).
I nuovi monitor, oltre a offrire una colorimetria ancora più performante, hanno una distanza, bezel to bezel, di 0,8 millimetri. Studiando opportunamente le inquadrature, la divisione tra un monitor e l’altro scompare – P. Strada
Il nuovo ruolo del regista in uno studio ad alta automazione
Chiediamo a Francesco Venuto come cambia il ruolo del regista in uno studio a così alta automazione. «Il ruolo dei registi – che si occupano dei programmi – e realizzatori – che si occupano dei TG – cambia soprattutto nella fase di preparazione, o di ‘show design’: bisogna immaginare tutto ciò che potrà accadere durante la diretta. Utilizziamo un programma che si chiama Radamec, sul quale abbiamo predisposto venti diversi set, per un totale di oltre 380 inquadrature. Durante i programmi i vari tagli di ripresa possono essere richiamati manualmente dall’operatore di ripresa seguendo le indicazioni del regista. Dovete considerare che da noi l’improvvisazione è all’ordine del giorno, sia perché le scalette cambiano di continuo, sia perché, per esempio durante un talk, l’immagine deve adeguarsi ai contenuti espressi dai partecipanti. Ma l’improvvisazione riesce solo se ogni possibile variazione è stata preparata. Se si è lavorato bene in fase di show design, in onda basta poi un semplice richiamo vocale per far sì che, simultaneamente e in modo automatico, le telecamere si spostino, le luci le seguano per adattarsi alla nuova inquadratura e le stesse immagini sul videowall si adattino alla nuova configurazione. L’effetto, dal punto di vista dello spettatore è di grande naturalezza, eppure tutto è stato preordinato. L’automazione c’è, ma non si vede».
Quanto è importante, da questo punto di vista, avere a disposizione una superficie così ampia come lo SkyWall per la riproduzione delle immagini? «È molto importante, soprattutto se si è in grado di sfruttare appieno tale superficie: noi ci riusciamo grazie al software Multiplay, che gestisce lo spostamento delle immagini tra i vari punti del wall. Uno studio così grande e policentrico, capace di trasformarsi completamente nel passaggio da un set all’altro, esige che le immagini si possano spostare con facilità: mappe, cartelli, contenuti editoriali, sfondi, non hanno una loro collocazione predefinita all’interno del wall, o meglio, ne hanno una per ogni diversa configurazione.
Le immagini – prosegue Venuto – sono sempre al centro del nostro racconto e per questo, oltre allo SkyWall, abbiamo il DigiWall, uno schermo led che, grazie ad una cornice a infrarossi, può essere gestito sia tramite iPad sia in modalità touch. Il giornalista in studio può sempre decidere in modo autonomo come interagire con il DigiWall: per esempio, durante la rassegna stampa è possibile aprire i giornali con l’iPad e poi sfogliarli direttamente dal DigiWall in modalità touch. Il movimento stesso del conduttore o della conduttrice, che sposta o ingrandisce elementi su una mappa con le proprie mani, crea coinvolgimento nello spettatore. DigiWall, SkyWall e anche lo schermo led posizionato sotto il tavolo dedicato agli approfondimenti sono tutti gestiti tramite il software Multiplay».
Uno sguardo al futuro
Abbiamo chiesto a entrambi i nostri intervistati che cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi mesi. Francesco Venuto ci risponde che «l’innovazione non si ferma: è già in corso il rinnovamento dello studio centrale di Roma, che seguirà la stessa linea tracciata da quello di Milano, sia come design sia come tecnologia. Sta inoltre per nascere uno studio interamente virtuale, che permetterà di avvicinare ancora di più lo spettatore di Sky TG24 alla notizia: il futuro sarà caratterizzato da un’interazione sempre maggiore tra spazi fisici e spazi virtuali».
E ci sono ottime ragioni per pensare che, in questo viaggio verso il futuro, continui il rapporto di collaborazione sia con Eletech sia con i prodotti Sharp/NEC.
«Lavoriamo con Sky da anni – ci dice Piero Strada – e la fiducia reciproca, che va crescendo con il tempo, ci permette di lavorare in modo efficace e flessibile. È stato prezioso per questo progetto il contributo di Carlo Montesi, Responsabile studio Skywall, Sky TG24, che ci ha supportato in diverse fasi. Per quanto riguarda la manutenzione dello SkyWall, per esempio, noi siamo sempre a disposizione nel caso di problemi di una certa entità, mentre per quanto riguarda la sostituzione dei singoli monitor abbiamo fornito ai tecnici di Sky un lift che permette loro di svolgerla in autonomia e in sicurezza. Quando c’è questo tipo di interazione tra cliente e installatore, le cose di solito funzionano bene. Abbiamo fornito a Sky una decina di monitor di backup: un numero ampiamente cautelativo, considerando che dei 95 monitor installati precedentemente, in cinque anni ne sono stati sostituiti non più di tre, per cause esterne».
NEC MultiSync UN552S: cormice da 0,44 mm
Una cornice così sottile rappresenta un vero e proprio primato fra i monitor adeguati per realizzare i videowall.
La Serie UN552S ha una luminosità di 700 cd/m², valore che la rende particolarmente longeva nel tempo se utilizzata in uno studio televisivo dove, abitualmente, per esigenze di ripresa il livello di luminosità richiesto non raggiunge valori elevati.
Fra le caratteristiche degne di nota evidenziamo il fatto che questi monitor vengono pretarati in fabbrica, a tutto vantaggio del tempo di calibrazione richiesto una volta che vengono installati in configurazione videowall, che all’atto pratico risulta proprio ridotto.
Per comprimere ancora di più i tempi di calibrazione concorre anche il software di Sharp Nec, che automatizza le operazioni e l’engine SpectraView, che interviene sul settaggio dell’uniformità cromatica e sullo spazio colore.
Ricordiamo, infine, che anche tutti i monitor della sala regia sono Sharp NEC, modello X555UNS da 55”. Come ha ricordato Piero Strada: «sono accesi non-stop (H24) dal 2017 e non hanno mai richiesto un intervento di manutenzione».
Persone intervistate
Francesco Venuto,
Regista e Responsabile dell’area News
Directing di Sky TG24
Piero Strada,
ResponsabileTecnico di Eletech Srl
Link utili