Un percorso personalizzato, che ci porta a scoprire gli atteggiamenti e le posture da utilizzare per muoverci consapevolmente nella vita quotidiana, con la libertà e l’armonia desiderate.
Il pensiero è l’attività più nobile dell’essere umano, il movimento è il mezzo per rendere sostanziale il pensiero e l’armonia è una modalità adottata dalla bellezza per manifestarsi. Per questi motivi se il movimento si manifesta in maniera armonica, svela la bellezza. Queste profonde analogie spiegano un concetto fondamentale, determinante per la qualità della vita: l’Armonia del Movimento.
Il metodo ADM è una disciplina innovativa che favorisce il recupero di un movimento perso, è frutto di un’osservazione attenta e di una meticolosa raccolta dati, ottenuti dal dottor Angelo Granata, il suo ideatore, lavorando con i pazienti e integrando il tutto con le recenti scoperte delle neuroscienze, l’insieme degli studi scientificamente condotti sul sistema nervoso.
L’alfabeto muscolo-scheletrico
Il metodo ADM è assimilabile ad un alfabeto dedicato alla struttura muscolo scheletrica, è acquisibile da chiunque perché il processo di apprendimento o il recupero di un movimento perso avviene in modo rapido, semplice ed efficace.
Ciascun paziente viene guidato a incontrare i propri limiti articolari che potrà superare attraverso semplici esercizi. Gradualmente, lo schema corporeo acquisito nell’infanzia per imitazione ma con il trascorrere degli anni, condizionato dalle abitudini di vita, si modificherà e i gradi di libertà conquistati non verranno più persi.
Il ruolo del metodo
I benefici essenziali sono tre:
– Educativo. Ideale per i bambini che, attraverso attività ludico motorie, imparano ad impiegare il loro corpo in modo consapevole, non limitandosi a ripetere gesti e movimenti per imitazione (neuroni specchio);
– Preventivo. La possibilità di intervenire modificando i modelli corporei fa del metodo ADM un ottimo strumento di prevenzione per lo sviluppo di patologie legate a posture obbligate dalle differenti attività lavorative, pratiche sportive amatoriali o agonistiche, traumi, tensioni emotive che permangono e non vengono risolte;
– Riabilitativo. È adeguato quando bisogna recuperare le funzionalità sia articolare che motoria.
Il Principio
Utilizzare ogni parte del nostro corpo per lo scopo per cui è stato creato produce gioia e benessere. Il corpo umano è lo splendido frattale grazie al quale il nostro Essere può esplorare la Vita, ma quando si comporta come un vestito che limita l’escursione delle nostre articolazioni accettiamo questo fatto supinamente, senza rendercene conto.
Il pensiero comune ci porta a considerare questo limite come una conseguenza ineluttabile del trascorrere del tempo, della vecchiaia che si avvicina.
Nel libro “ADM: Come Scoprire, recuperare e mantenere il benessere e l’armonia del proprio corpo” il dottor Angelo Granata racconta che un giorno, mentre si osservava allo specchio, rifletteva sull’articolazione del gomito, della quale non aveva mai letto o sentito parlare di patologie a suo carico che non fossero di origine traumatica. Perché? La risposta era banale, ma di estrema importanza. L’articolazione del gomito, nella sua componente di flesso-estensione è l’unica articolazione che usiamo al 100% delle sue possibilità, dai primi mesi di vita sino alla vecchiaia. Tutti noi, durante la giornata, pieghiamo e estendiamo il gomito decine di volte.
Mantenere e usare correttamente
In altre parole è il mantenimento e il suo impiego corretto nella quotidianità che consente a un’articolazione, con il trascorrere degli anni, di non andare incontro a disfunzioni o patologie.
Come possiamo raggiungere questi obiettivi?
È indispensabile imparare a percepire, osservare e riconoscere quanto, anche ogni minima riduzione dell’escursione articolare, possa coinvolgere un numero molto elevato di altre articolazioni. Una presa di coscienza che apre ad un ascolto di sé e si traduce in un’autonomia da utilizzare nel processo educativo e preventivo.
Dal suo impiego in campo riabilitativo, traggono beneficio disfunzioni o patologie a carico dell’apparato muscolo scheletrico; ad esempio: il gomito del tennista, l’alluce valgo, il piede piatto, la sciatica, le ernie discali, le cervicalgie, ecc.
I primi passi
Il primo passo è sperimentare di persona. Il fine di ogni esercizio è percepire, volta per volta, i vari limiti che ognuno di noi possiede in ogni singolo movimento semplice, a partire dagli esercizi che coinvolgono una singola articolazione, per eseguire successivamente quelli sempre più complessi, dove sono coinvolte più articolazioni. L’incontro con ogni singolo limite e la capacità di percepirlo è importante che venga accompagnato dalla sua accettazione. Il lavoro attivo, supportato dalla respirazione, consente di arrivare gradatamente allo scioglimento del limite stesso, che viene vissuto consapevolmente in tutte le componenti che lo hanno determinato, siano esse di natura fisica che emotiva. Ne consegue l’integrazione, tramite il Sistema Nervoso Centrale, del nuovo modello funzionale per strutturare così un nuovo schema corporeo.
La Scuola
Nasce nel 2004 con lo scopo di diffondere il Metodo ADM. Il percorso formativo quadriennale si articola in un triennio formativo comune e un quarto anno a differente indirizzo.
Al termine del percorso quadriennale, la Scuola rilascia l’Attestato di frequenza al Corso di Formazione Professionale di: Consulente Olistico Metodo ADM, Educatore Metodo ADM.
Inoltre, sono previsti ulteriori Livelli Integrativi di Istruttore Metodo ADM per tenere seminari di approfondimento, cui segue quello di Docente Metodo ADM, per acquisire il ruolo di formatore all’interno della Scuola. L’ottenimento di queste due qualifiche si ottiene sulla base alle competenze raggiunte.
Il Metodo ADM nasce da una profonda conoscenza dell’anatomia, della fisiologia muscolo-scheletrica e delle basi neurologiche del movimento.
Questo studio consente di riconoscere le disfunzioni che si possono determinare a livello articolare per intervenire precocemente sulle problematiche che si manifestano. La conoscenza della fisiologia consente di riconoscere e individuare la progressione dei deficit articolari e la catena di causa/effetto nel determinarsi di sofferenze articolari. L’identificazione di problematiche (che possono essere muscolo/tendinee, neuro/motorie e/o articolari) consente all’operatore di personalizzare le indicazioni di intervento sui vari comparti interessati.
Si ringrazia per il contributo la Dott.ssa Daniela Braghieri Granata, www.studiogranatabraghieri.com (studio-granata@tiscali.it) e Douglas Gattini ex Presidente della Federazione Italiana ed Europea Shiatsu, istruttore e Direttore Didattico della scuola professionale Shambàla Shiatsu, www.shambalashiatsu.com