Cibo per la Mente, delineare e condividere il futuro: è questo il messaggio degli Emirati Arabi Uniti. Nel Teatro Multimediale, all’interno del padiglione, l’integratore inglese Sysco ha realizzato con i proiettori Panasonic un sistema particolarmente sofisticato, di riferimento per Expo 2015.
Il
padiglione degli Emirati Arabi Uniti è uno dei più estesi di Expo
Milano 2015: l’area occupata sfiora di 3.500 metri quadrati.
La realizzazione è stata commissionata dal National Media Council
(per conto del Governo Federale) allo Studio Foster + Partners, fondato
dell’archistar di Manchester, Norman Foster. Uno Studio dalle dimensioni
molto importanti: oltre 700 dipendenti, che genera un fatturato di
circa 200 milioni di Euro. Norman Foster è considerato uno dei
principali esponenti dell’architettura hi-tech.
Il padiglione UAE
Il Decumano è la via principale su cui si sviluppa Expo Milano 2015: attraversa l’intero sito da est a ovest per un chilometro e mezzo e ospita su entrambi i lati i padiglioni nazionali dei Paesi partecipanti. Il padiglione degli Emirati Arabi Uniti, suggestivo e seducente, è stato posizionato verso la metà, facilmente individuabile dalle pareti sinuose il cui colore richiama la sabbia del deserto. Si sviluppa in profondità: il rettangolo che delimita la sua superficie è particolarmente allungato, per poter dare spazio ad un percorso stretto, lungo oltre cento metri e delimitato da due pareti ondulate, alte 12 metri. Queste pareti evocano le creste e le trame delle dune di sabbia, un lavoro particolarmente curato e preciso, realizzato partendo dalla scansione di un’immagine del deserto. I pannelli che rivestono le pareti sono in GRC (Glass Reinforced Concrete), un impasto di cemento con fibre di veto alcalino a cui vengono aggiunti i pigmenti colorati, utilizzato dai principali architetti di fama mondiale per le loro opere più innovative. È proprio questa la tecnologia che ha consentito di rappresentare le diverse sfumature di sabbia degli Emirati. I pannelli di queste pareti sono supportati da un telaio in acciaio che può essere facilmente smontato e ricostruito altrove.
Il percorso che conduce il visitatore dall’ingresso del padiglione verso il Palm Cinema, ricorda un canyon. Al termine del cammino si trova l’area più tecnologica della struttura, realizzata dall’integratore inglese Sysco e composta, oltre che dal Palm Cinema (140 poltrone), anche da un Teatro con palcoscenico dotato di sofisticate attrezzature scenografiche (meccaniche ed elettroniche) e un sistema di proiezione su piani multipli, con sofisticati effetti speciali, per ricreare una reale esperienza tridimensionale. I proiettori installati nell’intero complesso sono di Panasonic: ben 33, suddivisi nei modelli PT-DZ21K (22) e PT-DZ680 (11). Per le proiezioni ravvicinate sono stati utilizzati i PT-DZ680 con obiettivi ultra short throw modello ET-DLE030 e ET-D75LE90. Il padiglione nel suo complesso celebra la terra degli Emirati, il suo cibo e l’architettura tradizionale e sostenibile. Un’etica che contraddistingue anche il progetto di Masdar City, dove il Padiglione UAE verrà ricollocato al termine di Expo 2015. Masdar City è il futuro complesso energetico degli Emirati, composto da stradine sinuose e spazi aperti ombreggiati: percorsi pedonali di una città senza auto.
La visita inizia
All’ingresso,
il padiglione UAE è caratterizzato dalla presenza di un Point of
Information e da due totem: sono gestiti dal software Scala e
visualizzano informazioni utili ai visitatori; ad esempio, il tempo di
attesa per iniziare la visita.
La stradina che porta armoniosamente verso il Palm Cinema propone al
visitatore 56 cubi visibili su entrambi i lati; introducono gli
Emirati: il paesaggio e la gente, la cultura del cibo e il rapporto con
il territorio, i valori dell’energia e dell’acqua, indispensabile per la
produzione del cibo; le sfide e le soluzioni.
I piccoli display LCD che visualizzano le immagini nel cubo sono
gestiti da Mac mini; in ciascun cubo, sovrapposti alle immagini
proiettate sono stati inseriti oggetti reali mossi da dispositivi
elettromeccanici, per realizzare contesti di realtà aumentata. Un codice
QR consente al visitatore di approfondire l’argomento. Al termine del
percorso la stradina si apre su un piazzale che porta all’ingresso del
Palm Cinema.
User Experience condivisa
User Experience condivisa
L’impianto AV, nel suo complesso, è stato messo a punto, progettato e
realizzato da Sysco, un integratore inglese molto attivo nel Regno
unito che ha partecipato al progetto fin dall’inizio (due anni fa) per
fornire la propria consulenza. Dopo essersi aggiudicato la gara
d’appalto, ha proseguito il lavoro mantenendo fede alle linee guida
espresse dal committente: il sistema doveva essere di alta qualità,
facile da utilizzare e affidabile.
Cosa altrettanto importante, ogni visitatore doveva vivere la stessa
user experience; soltanto così il messaggio da trasmettere avrebbe
guadagnato la sua massima efficacia. Un approccio molto particolare e
ben diverso, ad esempio, da quello tipico di un’installazione museale,
dove il progetto vive in una prospettiva di lungo periodo (almeno 5
anni). Per un progetto come questo, invece, ci si deve concentrare sul
semestre della manifestazione. La struttura dell’intero padiglione è
autoportante (non ci sono fondamenta) e removibile (a fine
manifestazione verrà smontata), ciò comporta importanti limiti in
termini statici e dinamici, l’operatività quotidiana possiede ritmi
intensi e le condizioni climatiche durante i periodi più caldi sono
particolarmente severe. I server video sono Dataton Watchout mentre il
controllo degli spettacoli è affidato a Medialon. La sezione di potenza e
i diffusori sono Fohhn, i mixer di Pre Sonus e le matrici video di
Lightware.
La Palma da dattero
La
palma da dattero ha un significato particolare per gli Emirati:
rappresenta l’albero della vita, di abbondanza e di ricchezza. Per
almeno 7mila anni, questa specie ha sostenuto la vita in quelle zone:
una fonte di cibo ad alto potere nutritivo, facile da conservare e da
portare in viaggio, ideale per le popolazioni beduine quando
attraversavano il deserto e per i marinai che navigano in mare aperto.
La palma da dattero fornisce riparo dal sole e dal vento, viene
utilizzata nell’edilizia residenziale e come materia prima per utensili e
oggetti.
Per tutti questi e altri motivi il padiglione UAE di Expo 2015
dedica a questa pianta la mostra culturale Vita segreta della palma da
dattero. Un percorso che utilizza il passato per immaginare il futuro:
una raccolta di ricerche scientifiche, empiriche e aneddotiche compilata
dai laboratori di progettazione, esperimenti, esami, campioni, visite
in loco e innumerevoli conversazioni con scienziati, agricoltori,
studenti, ricercatori e responsabili. Sei le caratteristiche della palma
da dattero che forniscono la struttura della mostra: Forma, Frutta,
Idratazione, Metamorfosi, Ombra e Genere.
Palm Cinema: schermo di 170°
Durante la
giornata, dalle 10 di mattina alle 9 di sera vengono effettuate 47
proiezioni alle quali assistono 6.500 persone circa. Un’esperienza
cinematografica immersiva: il Palm Cinema, che rappresenta il cuore
pulsante del padiglione UAE offre uno spettacolo che va oltre quello di
una normale sala cinematografica. Partiamo dallo schermo curvo, che si
estende su un arco di ben 170°.
La sezione centrale misura 9 x 3,8 metri, con un rapporto d’aspetto
2.35:1. Sullo schermo intero, da 25 x 3,8 metri, proiettano le immagini 5
proiettori Panasonic PT-DZ21K, con luminosità di 20mila lumen, in
configurazione edge-blending, gestiti dai server Dataton Watchout. La
gestione dell’edge blending e della correzione geometrica viene
realizzata direttamente dal software Panasonic Geometry Manager PRO. La
capienza della sala di 140 posti e il trattamento acustico, l’impianto
audio composto da un sistema di 16 diffusori Fohhn oltre al gigantesco
subwoofer, rendono l’idea della qualità complessiva offerta da questo
auditorio. Per rendere ancora più spettacolare la proiezione, la
dimensione dello schermo si estende dalla sola sezione centrale a tutta
la larghezza. In questa sala viene proiettato il cortometraggio ‘The
Family Tree’ in cui Sara, una giovane ragazza, apprende il valore
dell’esperienza.
Family Tree, un mini-dramma di 11 minuti, riporta Sara indietro nel
tempo, esattamente nel 1963 quando le risorse negli Emirati erano
estremamente scarse e la palma da datteri, di scena nella trama, era una
risorsa ad alto valore nutritivo che ha sostenuto gli Emirati durante i
tempi difficili. Come la storia si sviluppa, si assiste allo sviluppo
sorprendente avvenuto negli Emirati Arabi Uniti in poco più di 40 anni.
Sara, però, diventa consapevole che i valori e esperienze delle
generazioni passate possono aiutarci nella nostra ricerca di futuro
sostenibile.
Future Talk: stage con proiezione Pepper’s Ghost
Al termine di Future Talk vengono proiettate le riprese delle persone che all’ingresso hanno cantato la canzone della sigla.
Al termine del cortometraggio, la sezione centrale
dello schermo del Palm Cinema si alza per aprire un varco: i visitatori
proseguono verso uno spazio teatrale interattivo, dove si assiste alla
presentazione ‘Future Talk’: Sara, la protagonista del cortometraggio
Family Tree, chiede aiuto alla sua famiglia e al pubblico per completare
i compiti di scuola; lo fa mettendo insieme tutti i fili della storia
degli Emirati fino ai giorni nostri, chiedendo un contributo anche ai
visitatori nel mettere l’impegno necessario per cambiare le loro vite
quotidiane, se vogliamo tutti insieme avere l’ambizione di nutrire il
pianeta.
In questo spazio teatrale si assiste allo spettacolo in piedi, di
fronte ad un sofisticato palcoscenico largo quasi 19 metri e profondo
3,5 metri, dove piani di proiezione multipli (Pepper’s Ghost) ed effetti
di realtà aumentata rendono particolarmente realistica la
videoproiezione in termini di profondità di campo, una caratteristica
tipica degli effetti tridimensionali. La ricostruzione scenica è così
curata che a volte si fatica a credere che si tratti ‘soltanto’ di un
effetto speciale.
In effetti, la tecnologia video installata in questo ambiente è particolare e piuttosto articolata.
I proiettori Panasonic PT-DZ21K utilizzati per la proiezione e per
creare l’effetto Pepper’s Ghost sono 10. A questi si affiancano altri 6
PT-DZ21K per la gestione dei piani laterale e di fondo e un ulteriore
PT-DZ21K dedicato alle funzioni di videomapping sugli oggetti destinati
alla realtà aumentata. Questi oggetti sono azionati dal sollevatore
idraulico con braccio telescopico a tre sezioni. L’impianto audio è
dotato di ben 26 diffusori Fohhn.
Cos’è il Pepper’s Ghost
Il
Pepper’s Ghost è una tecnica utilizzata per dare l’illusione a chi
assiste ad uno spettacolo che gli oggetti appaiano o scompaiano,
diventino trasparenti, ecc. Questo effetto è stato inventato nel XVI
Secolo dall’italiano Giovanni Battista Della Porta, filosofo e
alchimista, e prende il nome da John Henry Pepper che ha reso famoso
questo effetto. Dalla tecnica inventata da Della Porta deriverà, anni
dopo, l’invenzione del cinema.
Per realizzare un palcoscenico con questa tecnica è necessario
separare due ambienti perfettamente speculari fra loro con una lastra di
vetro, plexiglas o altro materiale perfettamente trasparente,
posizionato ad un angolo di 45° tra lo spettatore e la scena. Uno dei
due ambienti deve essere nascosto al telespettatore, avere pareti
completamente nere e contenere all’interno solo gli oggetti che devono
apparire e scomparire. Questi oggetti, quando saranno illuminati,
verranno riflessi e appariranno sul palcoscenico come immagini fantasma
traslucide.
Palm Cinema e Pepper’s Ghost
I proiettori di Palm Cinema e Furure Talk, compreso il Pepper’s Ghost, sono i Panasonic PT-DZ21K, con luminosità di 20mila lumen. In totale ne sono stati installati 24. Il PT-DZ21K è un videoproiettore 3-chip DLP di dimensioni molto compatte, il peso è di soli 43 kg, nonostante l’elevata luminosità. Quattro lampade, basso TCO ed elevata affidabilità sono le caratteristiche che lo hanno reso protagonista in numerose installazioni di successo.
Dubai 2020: edge-blending con retro-monitor e mapping
Gli
Emirati Arabi Uniti sono una federazione di sette emirati: Abu Dhabi,
Dubai, Sharjah, Ajman, Umm al-Qaiwain, Ra al-Khaimah e Fujairah. La
Federazione, costituita nel 1971, ha fatto leva sulla ricchezza
petrolifera per creare uno Stato moderno e ben amministrato, generato da
una visione di leadership di lungo periodo.
Il Paese è cambiato in modo significativo nel giro di poche
generazioni ma la società degli Emirati Arabi Uniti è rimata socialmente
coesa e la popolazione ha integrato con successo la modernità della
globalizzazione con i valori tradizionali delle sue origini. Gli Emirati
Arabi Uniti continuano ad essere una società molto tollerante, aperta e
armoniosa.
Con l’Expo del 2020, Dubai si prepara ad affrontare un sfida
importante, dove i valori di collaborazione, partenariato e cooperazione
saranno la base di sfide globali condivise.
Per celebrare l’Expo 2020 è stata allestita un’area multimediale
composta da una proiezione frontale su schermo curvo, con monitor in
background, e una proiezione in videomapping sul piano orizzontale
adiacente, dove si trova il plastico che illustra quali strutture
comporranno l’area dedicata all’Esposizione Universale di Dubai. Il
filmato descrittivo ha una durata di 6 minuti. Sullo schermo frontale
curvo le immagini sono generate da 5 proiettori Panasonic PT-DZ680 con
obiettivi ultra short throw modello ET-DLE030. La silenziosità di questi
proiettori è di soli 35 dB (29 in eco-mode). L’ottica ET-DLE 030
trasforma i proiettori DLP monochip di alta qualità in modelli con un
rapporto di tiro ultra corto (tra 0,38:1 e 0,40:1). I monitor in
background, invece, sono 8 da 47”.
Interessante e sofisticata è anche la proiezione in videomapping sul
piano orizzontale: sei proiettori PT-DZ680 con obiettivi ET-DLE085,
dotati ciascuno di specchi da 90×70 cm compongono l’immagine di forma
tonda che descrive in dettaglio le diverse sezioni del plastico, a sua
volta formato da tre aree motorizzate che, durante la presentazione, si
elevano di pochi millimetri per essere più riconoscibili. Il sistema
audio è formato da 24 diffusori Fohhn montati in superficie, completi di
8 subwoofer.
Una grande esperienza
«Il successo conseguito dal padiglione degli Emirati Arabi Uniti a EXPO Milano 2015 – dichiara Peter Vine, Direttore del progetto – deve
molto alla visione del cliente e all’ambiente favorevole nel quale ha
lavorato il team creativo. Il National Media Council degli Emirati Arabi
Uniti merita pieno credito per la gestione complessiva del progetto e
l’applicazione di lievi migliorie volte a garantire autenticità,
integrità e qualità. In progetti di questo calibro, un controllo più
stringente avrebbe rischiato di vanificare alcuni degli aspetti creativi
e di indebolire il progetto stesso. Ciò non è accaduto: il National
Media Council si è rivelato un attore integrante e fondamentale,
dall’inizio alla fine, per incoraggiarci, guidarci e assisterci nel
superare i molti ostacoli. È stata una grande esperienza per tutti i
soggetti coinvolti».
«Gli Emirati Arabi Uniti – prosegue Peter Vine – hanno
dimostrato un forte impegno verso le Esposizioni Universali, creando
sempre nuove esperienze, per contribuire al tema dibattuto. Il
Padiglione di Expo Milano 2015 è stato molto elogiato dai nostri
visitatori: oltre il 90% di loro lo hanno definito come il miglior
padiglione di Expo. Qui viene mostrato ciò che Dubai 2020 ha in serbo
per il mondo. Il progetto deve il suo successo anche al grande lavoro di
squadra, in diverse aree. Dal punto di vista tecnico siamo stati
colpiti dall’impegno che il nostro team di progettisti (Land Design) e
la nostra squadra AV (Sysco) ha profuso per raggiungere il successo.
Sysco non solo ha progettato e realizzato l’impianto AV, ma ha gestito
la fase d’esercizio, con l’esecuzione di circa 45 spettacoli al giorno
per sei mesi». Conclude Peter Vine: «Guardando i volti delle persone nel
Palm Theater, quasi ipnotizzati dal film Family Tree e poi da Future
Talk, un contrasto d’avanguardia – e sentirli canticchiare la canzone di
Sara quando lasciano lo spettacolo – il mio ricordo va ai numerosi
elementi che compongono il progetto, la gestione, le attrezzature e la
tecnologia, tutto nascosto alla vista del pubblico, ma capace di creare
quegli ingredienti vitali tipici di una grande esperienza».
EXPO Dubai 2020, Collegare le Menti, Creare il Futuro
Nel
novembre del 2013 gli Emirati Arabi Uniti hanno vinto il diritto di
ospitare l’Expo 2020 a Dubai, che si terrà dal 20 ottobre 2020 al 10
aprile 2021. Sarà il primo Expo della regione MENASA, che comprende
Medio Oriente, Nord Africa e Asia del Sud.
Il tema da sviluppare “Collegare le Menti, Creare il Futuro”
richiama l’efficace spirito di partenariato e di cooperazione che ha
guidato il successo degli Emirati Arabi Uniti in nuovi percorsi
pionieristici di sviluppo e d’innovazione. Il percorso si articolerà su
tre questioni fondamentali: Sostenibilità, Mobilità e Opportunità.
Attraverso questo tema, Expo Dubai 2020 farà da catalizzatore,
collegando le menti di tutto il mondo e ispirando i partecipanti a
mobilizzarsi su sfide condivise in un’Esposizione Universale di portata
globale senza precedenti.
Expo Dubai 2020 dovrebbe attrarre 25 milioni di visitatori, il 70%
da oltreoceano. Questo sarà il primo Expo in cui la maggior parte dei
visitatori sono stranieri.
Si ringraziano per la collaborazione:
Keith Crouch, Project Manager, Sysco
Holly Anschutz, Associate Director, Sysco
syscoproductions.com
Peter J. Vine, Project Director UAE Pavilion
expo2015uae.com
Panasonic
business.panasonic.it