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K-Array Python e Kobra: potenti e quasi invisibili

Questi due modelli K-Array si prestano molto bene ad amplificare voce/musica per centinaia o migliaia di ascoltatori. 
Royal Opera House di Londra e la reggia di Venaria Reale sono due dei numerosi casi di successo.


Nel recente passato, ‘potente’ e ‘quasi invisibile’ erano due aggettivi che si accostavano difficilmente agli impianti di amplificazione per voce e/o musica, destinati a platee estese, come possono essere considerati i teatri o le piazze. 
Venivano utilizzati cluster di diffusori acustici massicci e imponenti che, anche per la loro dimensione, trasmettevano subito una sensazione di potenza acustica. A partire dagli anni ‘90 lo sviluppo delle elettroniche si affiancò a quello degli altoparlanti capaci di sfruttare nuovi materiali come, ad esempio, il Neodimio utilizzato per i magneti. Con questi presupposti K-array ha creato diffusori acustici dall’elevato rapporto potenza/dimensioni, in grado di restituire pressioni acustiche da gran concerto con un impatto visivo ben mimetizzato. Un esempio di grande successo sono i diffusori acustici Python e Kobra, Line Array a colonna, molto apprezzati anche nel mondo del live per le loro ‘particolari’ prestazioni. 
I dati tecnici, riportati nelle rispettive tabelle indicano chiaramente le potenzialità di questi diffusori; per rendere meglio l’idea ci soffermiamo su realizzazioni, particolarmente significative.




Covent Garden



Una delle installazioni più rilevanti per K-array è stata realizzata alla Royal Opera House di Londra, meglio conosciuta come Covent Garden. In questo prestigioso e antico teatro all’italiana non era possibile collocare un impianto tradizionale, con un impatto visivo incompatibile con il contesto dello stile settecentesco della straordinaria Sala. 
K-array ha sviluppato una soluzione che sfrutta il principio fisico di funzionamento dei line array. 
Il risultato è stato sorprendente per pressione acustica e omogeneità della copertura verso gli ascoltatori in platea o seduti nei diversi ordini di palchi. Altrettanto sorprendente è il risultato estetico. Osservando le foto, è praticamente impossibile distinguere le Python installate come un unico line array per tutta l’altezza del palcoscenico e dipinte in un colore speciale che riprende quello degli stucchi originali.


Gran Teatro de L’Avana, Cuba


Le Pyton installate nel Gran Teatro de l’Avana a Cuba. Il line array di Pyton si sviluppa per tutta l’altezza del palco.

Una soluzione analoga, dalla parte opposta dell’emisfero, è stata adottata per l’immenso Gran Teatro de L’Avana a Cuba. Anche in questo caso l’impianto è stato configurato con un line array di Python che si sviluppa per tutta l’altezza del palco, esteticamente invisibile anche agli osservatori più attenti.


Le Sale da Concerto

Per restare nel mondo delle prestigiose Sale da Concerto citiamo un’importante Associazione di Musicofili italiana. L’impianto di amplificazione viene utilizzato per le conferenze e gli ascolti Hi-Fi di importanti registrazioni storiche. Una volta installato, il gruppo di restauratori residenti nella struttura che ospita la Sala si è cimentato nel rifinire a mano le superfici dei diffusori riuscendo a riprodurre talmente bene la colorazione variegata del muro originale da rendere impossibile distinguere la loro presenza.


Corte d’onore, La Venaria Reale


A fianco un particolare delle Kobra, sotto la Corte d’Onore antistante il palazzo della Galleria Grande della Villa Reale di Venaria.

Restiamo ancora in Italia ma interessiamoci di un grande spazio all’aperto: quello della Corte d’Onore antistante il palazzo della Galleria Grande della Villa Reale di Venaria. 
Qui l’esigenza è intrattenere decine di migliaia di spettatori che assistono agli affascinanti spettacoli di giochi d’acqua e di luci della grande fontana, accompagnati dalle musiche sia dei grandi Maestri del ‘700 come Mozart e Vivaldi, sia per appassionare anche i più giovani, con i più famosi gruppi rock del momento. 
Per raccontare quanta potenza sia in grado di trasmettere questo impianto composto da diverse Kobra tutte in colore speciale (dalle immagini si riconoscono le griglie della prima serie) e da ben sei sub da 21” è sufficiente ricordare che alla prima accensione di prova, quando i diffusori erano ancora da “puntare” verso la piazza ed erano quindi a zero gradi, l’audio raggiunse il centro abitato che si trova in linea d’aria ad alcuni chilometri di distanza. In queste installazioni, K-array ha dimostrato come sia possibile ottenere notevoli pressioni sonore emesse da diffusori di dimensioni e peso veramente ridotti. Questa filosofia caratterizza l’intera produzione del costruttore fiorentino; ha permesso di riconsiderare i criteri di dimensionamento e di progettazione dei sistemi audio, fissi oppure le più tradizionali applicazioni mobili, consentendo risultati musicale ed estetici impensabili fino a pochi anni fa.

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