Broadcast, Case Study, Nec, Videowall&Ledwall

Sky TG24: pareti video per una scenografia fatta dalle notizie


Lo Skywall, composto da tre pareti videowall per un totale di 96 monitor NEC, veste il nuovo studio milanese di Sky TG24. Una scenografia che concretizza la filosofia editoriale basata su principi di inclusione, interazione, dinamismo


ll nuovo studio milanese di Sky TG24 è uno spazio multi-postazione di 300 metri quadrati. 
All’interno ospita lo Skywall, composto da tre pareti di videowall, di cui una lunga 12 metri, per un totale di 96 monitor NEC X555UNS e un grande schermo di 140 pollici, il Digiwall. 
Sfruttando queste tecnologie il modello statico del TG viene superato a favore di uno storytelling più dinamico e immediato, guidato dal giornalista, che favorisce l’interazione col pubblico: video, immagini e contenuti multimediali si alternano sugli schermi vestendo lo studio con la notizia stessa.



Il nuovo studio di SkyTG24 è composto da tre grandi pareti video composte interamente da schermi

La sfida: un notiziario ancora più completo e attendibile, informazione ancora più verticale, continui approfondimenti

Lo studio di Sky TG24 si trova all’interno del centro di produzione Sky di Milano Santa Giulia. 
Concretizza la nuova filosofia editoriale che la testata ha deciso di far propria: «In un’epoca di grandi cambiamenti, abbiamo sentito la necessità di aggiornare il nostro punto di vista e dare nuova linfa al nostro prodotto – spiega Sarah Varetto, Direttore, Sky TG24. Ormai siamo costantemente connessi; per sapere cosa accade nel mondo basta guardare il telefonino: per questo Sky TG24 punta a proporre non solo il notiziario più completo e attendibile, ma anche e sempre più una ‘verticalità’ dell’informazione, con continui approfondimenti. Vogliamo fornire ai nostri spettatori gli strumenti per capire un futuro che è già tra noi, per orientarsi giorno dopo giorno; informare anche proponendo dati, storie e temi che spesso non trovano spazio nell’informazione mainstream, per farli emergere dal flusso e portarli all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Lo abbiamo già fatto con le campagne sugli sprechi di risorse pubbliche o sulla corruzione, con un’attenzione capillare al nostro Paese ma anche ai grandi fenomeni internazionali» .


Oltre 100 mq di schermi: scenografie immersive per garantire una più dinamica interazione tra anchor, storyteller, inviati sul campo ed esperti

Per dare sostanza a questo approccio alla notizia e all’approfondimento, era necessario predisporre uno spazio in grado di rendere la notizia protagonista del momento, con le immagini, i numeri e i commenti che la riguardano: «Il nuovo studio milanese è stato pensato per essere a tutti gli effetti un potente strumento editoriale al servizio dei giornalisti, in grado di garantire nuove modalità di declinazione della notizia», spiega Varetto, che prosegue: «Grazie al nuovo, tecnologico e dinamico studio televisivo e a una nuova newsroom ancor più integrata, che garantisce una maggiore multimedialità [la redazione è anche fisicamente adiacente allo studio – ndr], Sky TG24 è oggi un vero e proprio ecosistema informativo multipiattaforma. 
Gli oltre 100 metri quadri di schermi consentono la creazione di scenografie che immergono lo spettatore all’interno della notizia e garantiscono un’interazione più dinamica tra anchor, storyteller, inviati sul campo ed esperti. Questa filosofia coinvolge tutte le nostre piattaforme: TV e universo digitale sono articolazioni complementari di questo approccio, per valorizzare ancora di più l’offerta informativa del canale».



La tecnologia al servizio dello storytelling, per una maggior qualità

Come sottolinea Riccardo Botta, Director Production, Broadcast & Creative Hub, Sky Italia, «L’innovazione e il miglioramento continuo è da sempre nella cultura dell’azienda. In un momento storico come questo, in cui c’è un fortissimo proliferare di contenuti, questo approccio è fondamentale per rimanere leader di mercato e soddisfare lo spettatore, sempre alla ricerca di maggiore qualità». 
La tecnologia, spiega Botta, offre molti mezzi per riuscire a stupire il telespettatore ma è importante che rimanga un mezzo, non un fine: «Quello che abbiamo costruito è funzionale allo storytelling: la tecnologia deve servire a raccontare meglio una storia, non deve essere fine a se stessa; quando non la si usa in questo modo, come strumento usato col fine di raccontare, emozionare, informare, non porta un forte valore».



Il progetto: Skywall e Digiwall per un concept ‘setless’

Lo studio si sviluppa su una superficie totale di 300 mq. La scena è costituita da: 
– lo Skywall. Tre grandi pareti video, due di 4×6 m, una di 4×12 m, composte interamente da schermi (96 monitor NEC X555UNS da 55”, per una superficie complessiva di oltre 100 mq; 
– il Digiwall. Un grande schermo di 140 pollici con dot pitch da 1.5 mm, per rendere una risoluzione necessaria a reggere la vicinanza tra schermo e videocamera. 
Non esiste una vera e propria scenografia: è un concept ‘setless’ dove sono le immagini della storia a fare il set. Lo studio è multi-postazione, con 4 diverse aree pensate per sviluppare con tagli diversi lo storytelling: il tavolo di conduzione, la ‘soft area’ per l’approfondimento con esperti, la zona SkyWall, con la parete lunga 12 metri che si veste di immagini, video e infografiche per le ‘passeggiate informative’ e l’area del Digiwall sfruttabile dai giornalisti per gli approfondimenti cross mediali che richiedono di mostrare pagine di giornale, siti internet, social network, video ecc. passando agilmente da un contenuto all’altro. Tutti i monitor sono pilotati dal sistema Vizrt Multiplay integrato al sistema di controllo delle regie.


La Regia Video di Sky TG24, adiacente al nuovo studio

Storytelling più fluido e interazione tra TV e universo digitale

I giornalisti, attraverso un tablet, possono controllare in diretta tutti i wall dello studio e modificarne i contenuti divenendo padroni del racconto: «Grazie all’interazione diretta con i contenuti sui wall e a una serie di strumenti che consentono uno scambio più immediato col pubblico – dice Vincenzo Lagattolla responsabile Creative Hub di Sky Italia – il racconto diventa più fluido, senza interruzioni e i giornalisti possono padroneggiarlo veramente; sono loro a decidere come raccontare fino in fondo la notizia». Poiché, come spiega Sarah Varetto: «TV e universo digitale sono articolazioni complementari della nuova filosofia di Sky TG24, entrambe necessarie per valorizzare l’offerta informativa del canale». 
La logistica a disposizione degli spazi operativi è stata pensata per favorire lo scambio tra questi diversi mondi e un rapido diffondersi dei contenuti in ottica multipiattaforma: 
a) accanto agli studi sono disponibili 20 postazioni per creazioni audio/video, in grado di servire tutte le piattaforme (tradizionale e digitale) e fornire un’integrazione completa con i Social Network; 
b) sono stati realizzati corner dedicati alla produzione di contenuti per le piattaforme digitali, uno dei quali all’interno della Newsroom.


Un’immagine che evidenzia lo spiegamento delle luci e l’imponenza della superficie visual

Tecnologie “Future Proof”, predisposte alla costante evoluzione

Le scelte fatte sul piano tecnologico mantengono aperta in prospettiva la possibilità di aggiornare e fare evolvere le componenti: «Abbiamo scelto i monitor per videowall con un bezel molto sottile – spiega Riccardo Botta – perché sono versatili: in futuro potremo combinarli diversamente o usarli con funzioni differenti; c’è anche il grande vantaggio di poter evitare l’effetto moiré, che invece si rischia di avere con i ledwall, quando il punto di ripresa è ravvicinato». 
Più in generale l’intero progetto è flessibile e ‘‘future proof”; grafica ed elementi di design possono infatti essere aggiornati in qualsiasi momento: «Abbiamo disaccoppiato i cicli tradizionali di rinnovo tecnologico da quelli di design – dice Botta – Il design ha dei cicli veloci, di 12-18 mesi, mentre le tecnologie in certi casi possono ancora durare dai 3 ai 5 anni. Disaccoppiarli significa poter avere un back end tecnologico più duraturo nel tempo, ottimizzando l’investimento, con elementi grafici e creativi di front end che possono cambiare più rapidamente». 
«Si poteva già in questa fase modificare il format in maniera più profonda – prosegue Riccardo Botta – ma non abbiamo voluto perché era importante mantenere nel cambiamento un senso di continuità». 
La filosofia editoriale sopra descritta, che Sky sta portando avanti, precede il rinnovamento dello studio. È da tempo che Sky lavora sui linguaggi utili a dar forma a questa filosofia: «Sky lavora sul ripensamento della rappresentazione dell’informazione, sull’utilizzo delle infografiche, sulle possibilità che esistono di dar forma graficamente all’informazione numerica calandola all’interno delle regole che caratterizzano in modo specifico il mondo televisivo» dice Riccardo Botta.


Integrazione gestita in casa e metodo ‘Design thinking’

Sia il design degli ambienti, sia i lavori tecnici d’integrazione sono stati gestiti internamente. Non sarebbe potuto essere altrimenti, spiega Botta, dal momento che il progetto, nato nell’arco di soli 9 mesi (la prima messa in onda nel nuovo studio è avvenuta nel novembre 2017), è stato portato avanti all’insegna di un continuo confronto tra le figure coinvolte e di un progressivo perfezionamento del progetto in corso d’opera. 

«Abbiamo lavorato molto in modalità Design thinking: il progetto si è creato valutando man mano le diverse possibilità che ci si presentavano – dice Botta –. A ogni bivio abbiamo preso delle decisioni. Per questo il team del progetto era misto, composto da creativi e ingegneri, figure con competenze editoriali. Un simile procedere che da un certo punto di vista, prendendo in prestito il termine dal mondo del software, potremmo dire ‘Agile’, non è praticabile quando si esternalizzano dei processi a terzi». 
Conclusi i lavori, l’obiettivo è fare in modo che le tecnologie vengano sfruttate effettivamente dai giornalisti, in base alle loro potenzialità; da qui l’attenzione al tema della formazione: «Avevamo 10mila ore uomo di training da erogare su tutti; anche su questo fronte – commenta Botta – siamo stati innovativi. Abbiamo creato dei tutorial video che potessero essere messi sul nostro portale di open learning per realizzare una formazione quasi del tutto asincrona». 
«Ogni giornalista, spiega Botta, era libero di fruire dei contenuti per la formazione nei luoghi e nei tempi a lui più comodi. In aula è stata svolta solo una fase di formazione pratica, conclusiva». 


Lo studio negli spazi degli uffici: ostacoli ingegneristici

Tra gli elementi che hanno reso il progetto sfidante anche uno di carattere ingegneristico: «Lo studio – spiega Botta – è stato realizzato in uno spazio dedicato agli uffici, al terzo piano; questo crea una serie di problematiche; per esempio, in uno spazio simile non ci sono 6-8 metri d’altezza come negli ambienti che nascono per essere degli studi televisivi; abbiamo dovuto guadagnare 30 cm da sotto e 30 da sopra togliendo il flottante e il controsoffitto per ottenere un’altezza di 3 metri. Un’altra problematica è stato accertarsi che la portanza di un pavimento nato per uso uffici fosse sufficiente a sostenere le pesanti attrezzature che fanno parte dello studio; è stato necessario fare una serie di calcoli e interventi ad hoc per non avere problemi da questo punto di vista».


Legno e forme curve per un ambiente accogliente

Sul piano del design, nello studio la freddezza della modernità tecnologica è compensata da elementi pensati per generare una sensazione di calore, familiarità, inclusione, in linea con la volontà del canale di essere più vicini al telespettatore: vari inserti in legno, pavimento in parquet e per gli arredi forme rotonde, con angoli smussati. L’idea dello studio come ambiante accogliente è un tema che Sky ha ripreso dal mercato americano. Gli Stati Uniti sono un modello di riferimento per i canali all-news – spiegano a Sky – ; lì si punta tanto sull’integrazione tra elementi scenografici molto tecnici – acciaio, monitor, tecnologia – ed elementi scenografici analogici tradizionali – legno, mattoni, parquet; a Milano, ovviamente, abbiamo localizzato quei modelli al contesto italiano.



Per saperne di più: 
www.skytg24.it
http://www.nec-display-solutions.it
www.vizrt.com
www.grassvalley.com
www.vinten.com


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