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Test sulle materie prime: così Cavel controlla le plastiche

La qualità del prodotto finale dipende anche dall’accuratezza nella verifica delle materie prime. In questo articolo Alessandro Bergaglio, Plant Technical and Quality Manager, Cavel racconta come viene controllata la qualità delle plastiche, basilari per la fabbricazione della guaina e del dielettrico, e mette in luce l’attenzione che l’azienda pone in questa delicata fase di lavoro.


La fabbricazione di un cavo di qualità, Coassiale e LAN, non prescinde dall’attenzione dedicata alle materie prime. Cavel le controlla accuratamente: vari test preliminari vengono svolti sia sulle plastiche, sia sul rame, i due materiali ‘fondamentali’ per la fabbricazione dei cavi. In entrambi i casi le materie prime vengono ovviamente comprate esternamente, ma sono poi lavorate internamente: è interna a Cavel sia la lavorazione della plastica per ottenere guaina e dielettrico, sia la trafilatura del rame.

Per avere un’idea di come l’azienda approccia questo delicato lavoro di verifica, parliamo oggi, insieme ad Alessandro Bergaglio, Plant Technical and Quality Manager, Cavel, delle plastiche e rimandiamo a un’altra occasione l’approfondimento dei test dedicati al rame.


Alessandro Bergaglio, Plant Technical and Quality Manager, Cavel

“Le plastiche servono a due scopi” spiega Bergaglio. “Primo, la creazione della guaina – PVC, zero alogeni o polietilene – ovvero la struttura esterna che isola il cavo e ne consente, a tutti gli effetti, la posa e l’utilizzo; secondo, la creazione del dielettrico, il componente fondamentale del cavo che consente al conduttore centrale in rame di rimanere centrato rispetto alla schermatura realizzata con calza e nastro di alluminio, e di fatto garantire la performance del cavo in termini di capacità ed impedenza e quindi trasmissione dei segnali in accoppiamento con trasmettitore e ricevitore”, racconta Bergaglio, che prosegue mettendo in luce alcuni aspetti preliminari da considerare: “Queste plastiche ci arrivano in granuli, quindi, per verificarne la qualità, occorre simulare l’aspetto che assumerà la sostanza quando, lavorata, diventerà una componente del prodotto finito [spiegheremo meglio di seguito come – ndr]. I test si dividono in prove di laboratorio e verifiche in linea di produzione e vengono fatti su ogni nuovo lotto di plastica che arriva in azienda.”

Facciamo ora qualche esempio dei test che vengono svolti, ovviamente senza alcuna pretesa di essere esaustivi su un argomento così complesso e ricco di sfaccettature.


Verifica densità materiale grazie al “provino”

Una delle prove, consiste nella realizzazione del cosiddetto “provino”: un pezzo di guaina viene fabbricato appositamente in laboratorio tramite pressa idraulica con piatti riscaldati per fusione granuli, come campione da cui ricavare i provini per misurare la densità del materiale.


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Le plastiche arrivano in Cavel in granuli. Per verificarne la qualità e sottoporre il materiale ai primi test, occorre quindi simulare l’aspetto che assumerà la sostanza quando, lavorata, diventerà una componente del prodotto finito.

Verifica della qualità durante la produzione: la misura della capacità e dell’isolamento elettrico della guaina

Siccome non è importante soltanto che vengano rispettati il peso specifico, ma anche il suo livello di lavorabilità a garanzia della qualità del prodotto, la linea di produzione è corredata da due strumenti di misura: capacimetro e spark tester, che permettono di saggiare la capacità del dielettrico e la capacità di isolamento elettrico del cavo determinata dalla guaina.

Il capacimetro” – spiega Bergaglio – “misura la capacità elettrica dell’isolamento primario del cavo; questo valore deve mantenersi all’interno di tolleranze ben definite in fase di progettazione per avere a cavo finito impedenze di 50 e 75 Ohm per i coassiali e 100 Ohm per i LAN. In questo modo si possono garantire qualità ed elevate prestazioni cavo. Il capacimetro installato sulla linea di produzione, una volta calibrato dall’operatore sul campione prodotto, ad un preciso valore di capacità richiesto dalle schede tecniche, emette un allarme quando le tolleranze capacitive non vengono rispettate, consentendo quindi all’operatore di intervenire per riportare la capacità entro i limiti prefissati e quindi alle prestazioni richieste.”

Con lo spark tester (letteralmente “tester delle scintille”), si va alla ricerca di eventuali fessurazioni della guaina. Impostato a seconda dello spessore della guaina con una tensione da 3 a 12 kilovolt, tenendo presente che più è alta la tensione e più è possibile valutare l’isolamento realizzato dalla guaina, lo spark tester, in caso di microscopici “buchi” nella plastica che ricopre il cavo, rileva la tensione e attiva un allarme. “Anche questo test riguarda il 100% del prodotto poiché, come la misura della capacità, viene svolto in linea con la produzione”, puntualizza Alessandro Bergaglio.  


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Controllo qualità durante la produzione – Mentre alcuni controlli vengono fatti sulle materie prime prima della produzione, altri devono essere fatti durante la stessa e si applicano quindi non a un campione, ma a tutto il prodotto lavorato.


Controlli tattili e visivi

Non meno importanti sono le ispezioni al tatto e alla vista, per rilevare imperfezioni superficiali o una eccessiva rugosità della guaina. “Se una guaina è troppo ruvida – spiega infatti Bergaglio – al di là del fatto che si tratta di un difetto estetico da evitare, potrebbe creare problemi quando il cavo viene infilato nelle canaline. La guaina dev’essere liscia il più possibile.”


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