Canon, Case Study, Produzione video

Tokio Studio trasforma la propria sede milanese in uno studio di posa all’avanguardia

Insieme al system integrator Cast e grazie all’installazione dei prodotti più adatti alle sue esigenze, il team, giovane ma con le idee molto chiare, è riuscito a mettere in campo una soluzione flessibile e di facile utilizzo per qualunque creativo ma con caratteristiche tecniche di alto livello. Tecnologia Canon.


Tokio Studio è una società di produzione creativa nata nel 2019 a Piacenza. I tre soci fondatori, all’epoca appena ventunenni, hanno profili decisamente diversi tra loro: da una parte c’è un creativo, dall’altra un producer organizzatore, e infine uno sviluppatore. Grazie a questo mix di competenze, lo studio è riuscito in poco tempo a diventare una realtà affermata nella produzione di contenuti per aziende e agenzie pubblicitarie. Con una peculiarità: la capacità di fornire ai propri clienti un servizio che al lato creativo della produzione multimediale associa la capacità esecutiva, quella della realizzazione vera e propria. Il tutto, in un unico luogo. Tra le tappe che hanno portato qui c’è stata innanzitutto la scelta di trasferirsi a Milano all’inizio del 2021, aprendo una seconda sede dopo quella piacentina e, alla fine dello stesso anno, la presa di coscienza che quella sede andasse ampliata, così come il team di dipendenti e collaboratori, che oggi in totale conta una quindicina di persone. La vera rivoluzione è però avvenuta all’inizio del 2023, con la trasformazione dell’ampio spazio di rappresentanza in un vero e proprio studio di posa in grado di offrire varie tipologie di servizi con una dotazione tecnica decisamente importante, basata su camere, PTZ e non, di Canon. Ne parliamo con Alex Koci e Alex Niccolai, rispettivamente direttore creativo e produttore esecutivo di Tokio Studio, di cui sono cofondatori, e con Simone Montanari e Luca Dallavalle, CTO e CEO di Cast, l’azienda responsabile dell’installazione.


Abbiamo sempre puntato su strumenti tecnologici innovativi che potessero darci una marcia in più. Lavorando nel digitale, è importantissimo essere sempre pronti ai cambiamenti del mercato – A. Koci



Due dei tre ambienti che formano lo studio di posa di Tokio Studio. Da desra, uno spazio informale, totalmente customizzabile e, di fianco, la zona ‘brainstorming’.

La sfida: riorganizzare uno spazio dandogli più destinazioni tecniche e creative

Per comprendere come sia nata l’esigenza di intervenire sull’attuale sede milanese di Tokio Studio, è necessario soffermarsi sulla vision di questa giovane realtà. Lo facciamo insieme ad Alex Niccolai, che di Tokio Studio è il produttore esecutivo. «La nostra prima sede milanese era un ufficio molto più piccolo e limitante rispetto a questo. Lì avevamo un paio di sale di montaggio e post-produzione, ma non c’erano spazi sufficienti per creare una zona da adibire agli shooting, alla produzione e alla creazione di contenuti. Questa sede, con i suoi 350 m² di superficie, è molto più grande. Prima del restyling, ospitava una sala riunioni, uffici in stile co-working per dipendenti e collaboratori – montatori video, grafici – e una sala di post-produzione. In un secondo momento, è nata l’esigenza di rivisitare gli spazi e capirne di nuovo l’effettiva funzionalità in un’ottica di produzione dei contenuti, dato che lavoriamo molto spesso in ambito di eventi digitali e creazione di contenuti anche medio-lunghi, come videocorsi, contributi, speech, podcast. Di conseguenza, abbiamo deciso di riorganizzare la struttura trasformando il piano terra in uno studio di posa, con tre macro aree, lasciando al piano di sopra una sala riunioni e co-working e una sala di montaggio e post-produzione. Avevamo in mente i clienti con cui già lavoriamo, certo, ma volevamo anche presentarci sul mercato con la possibilità di offrire servizi chiavi in mano per il cliente finale, che può essere anche un’altra agenzia o produzione».


Lo spazio informale tutto customizzabile adeguato, ad esempio, per un talk. Ci sono tre telecamere che permettono di ottenere un’inquadratura totale e fino a quattro primi piani delle persone coinvolte.

Servizio completo in house, tempi rapidi e costi contenuti, con camere da portare anche agli eventi esterni

C’è però una sfida – anzi due – nella sfida, e ce ne parla Alex Koci, direttore creativo di Tokio Studio. «Laddove le aziende nostre clienti avevano team marketing ben strutturati, abbiamo capito che, aggiungendo semplicemente un’estensione creativa, potevamo puntare a fornire un servizio completo e molto competitivo in tempi rapidi e anche ottimizzando i costi, non dovendo coinvolgere svariate aziende per una sola campagna pubblicitaria. E dulcis in fundo, l’ultima parte della sfida era il nostro desiderio di poter staccare alcune camere per portarle agli eventi esterni, ottimizzando ulteriormente l’investimento.» È evidente che, per raggiungere questo obiettivo, servisse un intervento ad alto impatto tecnologico, che supportasse lo studio nell’ottenere la qualità desiderata, ma anche velocità e versatilità nella creazione del contenuto.


Lo spazio regia, con il controller Canon RCIP1000.

La soluzione: camere Canon, di tipo PTZ e non

È qui che entra in scena Cast, la realtà di system integration che si è occupata di accompagnare Tokio Studio in questa avventura. Il CTO Simone Montanari ci descrive la soluzione adottata. «Abbiamo installato cinque camere Canon con risoluzione nativa 4K: tre PTZ – nello specifico, due CR-N500 e una CR-N700, quest’ultima con il software Canon per l’AutoTracking installato a bordo camera – due videocamere modello XF605, di qualità broadcast e un controller Canon modello RC-IP100. Le camere PTZ, caratterizzate dalla base piatta e dalla forma che ricorda quella di un uovo, sono particolarmente interessanti perché sono in grado di muoversi sia in verticale sia in orizzontale. La soluzione è pensata per coprire anche lo spazio esterno della struttura o eventuali parti registrate altrove. Inoltre, sia le remote PTZ camera che le videocamere broadcast, così come le camere cinema EOS, sono gestibili remotamente tramite il controller Canon grazie al protocollo Canon XC, il che è importantissimo nell’ottica di aggiungere camere per eventi straordinari, cosa che Tokio Studio propone tra i propri servizi ai suoi clienti». La scelta di usare prodotti Canon non è casuale. «Il vantaggio di lavorare con Canon è avere, pur con camere diverse, un profilo colore che combacia perfettamente. Questo significa che le immagini che arrivano sono uniformi e non occorrono correzioni di regia. Inoltre, le camere di questo marchio sono durevoli, il loro ciclo di vita non le rende obsolete tra due anni, e nemmeno tra cinque, e per questo le installiamo in totale tranquillità presso i nostri clienti. Per finire, cosa non da poco, si può anche aggiungere una seconda regia che produce un contenuto verticale per i social network, che ultimamente chiedono sempre più qualità e professionalità, per esempio nei podcast. Questo per il cliente è un vantaggio che da solo giustifica quasi tutto l’investimento, perché tutto questo si può fare in tempo reale e in diretta, senza dover riadattare una registrazione». Insomma, grazie all’hardware, ma anche al lavoro sapiente dei system integrator, il risultato è una regia professionale su un controller da dieci pulsanti. Luca Dallavalle, CTO di Cast, aggiunge un dettaglio importante: «Questo tipo di installazione è utile anche in vista di implementazioni future. Infatti, non per forza un’azienda deve partire con un set completo, può iniziare con un set ridotto. Le nostre soluzioni sono future-proof, considerando anche che il mercato è in rapidissimo mutamento e di conseguenza le esigenze dei clienti potrebbero facilmente cambiare». Proprio come insegna il caso di Tokio Studio.


Lo spazio incentrato sui podcast, insonorizzato per ottenere un impatto sonoro radiofonico e dotato di due PTZ Canon CR-N500.

Le nostre soluzioni sono future-proof, considerando anche che il mercato è in rapidissimo mutamento e di conseguenza le esigenze dei clienti potrebbero facilmente cambiaree – L. Dallavalle

Tokio Studio: ambizione senza approssimazione

Grazie alla stretta collaborazione con Cast, oggi Tokio Studio può dire di avere tutto ciò che serve per portare avanti con successo la propria attività. Alex Niccolai ci fornisce tutti i dettagli relativi ai diversi ambienti in cui è suddiviso il nuovo studio di posa e sulle rispettive dotazioni tecniche. «Il primo è uno spazio più informale con una sorta di salottino, tutto customizzabile con props (gli oggetti di scena), scaffali, quadri da personalizzare. È ideale per un talk, una chiacchierata. Illuminazione e fotografia sono già predisposte e abbiamo tre telecamere, che permettono di ottenere un’inquadratura totale e fino a quattro primi piani delle persone coinvolte. Il secondo spazio è più legato alla formazione, con una zona per fare brainstorming. Ci sono arredi a terra e una lavagna. Qui si possono realizzare piccoli videocorsi, tutorial, presentazioni di nuove offerte delle aziende. C’è tutto lo spazio per il posizionamento di luci, camera, eventuali scaffali. Il terzo e ultimo spazio, invece, è molto più incentrato sul podcast: uno spazio chiuso, insonorizzato per ottenere un impatto sonoro radiofonico, uno spazio con tavolo predisposto con due microfoni a condensatore, un’illuminazione molto fresca, comandabile digitalmente tramite una app che crea vari effetti e permette di modificare in un attimo il look della stanza.» È evidente come nulla sia lasciato al caso e quanta fiducia questi giovani abbiano nelle proprie idee.


Le tre postazioni podcast di Tokio Studio dove sono operative 5 camere Canon: tre PTZ , due CRN500 e una CR-N700, e due portatili XF605.

Una collaborazione tra giovani talenti

La fiducia dei ragazzi di Tokio Studio e Cast nelle proprie capacità e idee deriva da un’esperienza già solida. Tokio Studio, per esempio, si è già guadagnato il proprio posto nel mercato a livello mondiale, grazie allo sviluppo di un sistema software che attualmente è il punto di riferimento della produzione corporate ma anche pubblicitaria in tutta Italia. Come successo in molti casi negli ultimi anni, il periodo del Covid è stato quello della svolta. Ce lo racconta Alex Niccolai. «In un momento in cui le produzioni erano ferme, abbiamo deciso di abbandonare il videomaking e la produzione di contenuti più semplice per spostarci su un livello più alto, grazie a un sistema di streaming di controllo del set, inventato internamente, che si chiama Streamset ed è diventato lo standard del mercato delle pubblicità di alto livello a Milano e non solo. Registi, direttori della fotografia, agenzie e clienti potevano vedere esattamente quello che succedeva sul set da casa loro o dall’altra parte del mondo, con una latenza praticamente nulla e una qualità pari ai monitor da set. Dobbiamo dire grazie a Simone, il nostro terzo socio, ingegnere di fatto anche se non di titolo, se siamo potuti entrare in questo mondo, cominciando con l’essere un piccolo tassello della grande macchina produttiva». Alex Koci puntualizza con orgoglio: «Abbiamo sempre puntato su strumenti tecnologici innovativi che potessero darci una marcia in più. Lavorando nel digitale, è importantissimo essere sempre aggiornati, sempre pronti ai cambiamenti del mercato».


Le due Canon PTZ installate nello spazio dedicato ai podcast.

Cast, soluzioni all’avanguardia sulla tecnologia ma semplici da usare

Cast nasce invece da quattro ragazzi con una passione in comune: la videoproduzione, sperimentata grazie a web radio e web tv a scuola. Il mondo del lavoro, però, è un’altra cosa. Simone Montanari ci racconta il loro approccio. «Quando ci siamo avvicinati al mondo dei sistemi in un’ottica lavorativa, la mission è diventata rendere tutte le realtà con cui lavoriamo all’avanguardia a livello tecnologico, mantenendo però la semplicità con la quale un ragazzo non esperto di audio-video ma appassionato e con ottimi spunti creativi potesse usare tutti i nostri sistemi. Abbiamo sviluppato direttamente diversi software di controllo, tra cui un sistema di distribuzione video che ci permette di fornire all’utente finale il video con una compressione di livello broadcast ma con una latenza inferiore a un secondo. Abbiamo anche costruito un sistema di controllo di regia web, con la possibilità di avere su iPad o su computer una mini regia con i pochi pulsanti necessari. Spesso, i clienti ci chiedono di poter eventualmente fare a meno del tecnico in loco. In questi casi, una volta che la regia è alimentata e connessa alla rete, basta una persona che accenda gli interruttori e tutto diventa gestibile da noi sia a livello di supporto tecnico sia a livello di regia remota».


Una delle due camere portatili, di qualità broascast, modello XF605.

Il restyling: grande versatilità, semplicità plug-and-play

Le caratteristiche descritte più sopra combaciano alla perfezione con le esigenze di Tokio Studio nel restyling della propria sede. Alex Niccolai ce ne parla nello specifico. «Avevamo bisogno di una grande versatilità per sfruttare al massimo l’investimento. I tre spazi, poi, dovevano avere un’unica sala regia per poter essere già pronti, predisposti allo streaming, alla registrazione multicamera, con la possibilità di apportare modifiche al montato in post-produzione. In questo modo, a fine diretta abbiamo il prodotto già finito o modificabile, con qualità 4K, che ci permette di essere future-proof per i prossimi anni. Questa dotazione ci consente di avere un file in alta risoluzione sia in orizzontale sia in verticale per i social network. Il multiformato, infatti, oggi è fondamentale per le agenzie di comunicazione». Alex Koci aggiunge: «Io posso esprimere soddisfazione dal punto di vista creativo. L’esigenza era quella di ottenere un sistema utilizzabile un po’ da chiunque, me compreso. Non c’è bisogno di fare ulteriore lavoro sui colori delle camere». Sugli aspetti più tecnici torna a intervenire Alex Niccolai: «La qualità dell’immagine è elevata, anche a livello di risoluzione. Il plus è senz’altro la semplicità plug-and-play nel momento in cui cambiamo una configurazione o ci spostiamo da un set all’altro. Il banco regia è di alto livello ma comunque semplice da utilizzare perché è stato pre-configurato con una serie di bottoni shortcut. La visione finale di Cast era molto simile alla nostra – plug-and-play, facilità di utilizzo – e loro hanno messo grande preparazione tecnica e volontà di customizzazione sulle nostre esigenze peculiari. Canon, brand che conoscevo in ambito fotografico, non delude le aspettative: ha funzioni interconnesse, l’aspetto più importante di questa installazione. Tutte le telecamere, seppur di fascia e conformazione diversa, comunicano tra loro, con la regia centrale, possiamo dire che parlano tutte la stessa lingua». La rivoluzione è davvero compiuta.


Persone intervistate

Alex Koci
Direttore Creativo
Tokio Studio

Alex Niccolai
Produttore Esecutivo
Tokio Studio

Luca Dallavalle
CEO di Cast

Simone Montanari
CTO di Cast


Link utili

tokiostudio.it | canon.it

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